martedì 17 aprile 2012

Catastrofi naturali. Ancora accise? No grazie, meglio assicurarsi.

Comunicato stampa sulla riforma della protezione civile
La riforma della protezione civile può essere l’inizio di un nuovo modo di affrontare i problemi creati dalle catastrofi naturali; terremoti, frane e smottamenti , alluvioni inondazioni e allagamenti, sono diventate l’incubo per milioni di cittadini che abitano in territori martoriati da dissennate politiche di sfruttamento edificatorio intensivo del territorio e divenute ancor più esposte a seguito dei mutamenti climatici in atto.
Il fondo nazionale a disposizione della protezione civile per far fronte alle emergenze si prevede già che non sarà sufficiente.
Queste le indicazioni espresse dal Governo:
“ Nel momento della dichiarazione dello stato di emergenza si provvede al fabbisogno finanziario utilizzando le risorse del fondo nazionale di protezione civile. Qualora sia utilizzato anche il fondo spese impreviste, lo stesso è immediatamente e obbligatoriamente reintegrato con risorse ordinarie e/o con le maggiori entrate derivanti dall’aumento dell’accisa sui carburanti, stabilita dal Consiglio dei Ministri in misura non superiore a cinque centesimi per litro. Al momento della dichiarazione dello stato di emergenza, inoltre, le Regioni hanno facoltà di elevare l’imposta regionale sulla benzina di loro competenza sino al massimo di cinque centesimi per litro”
Oltre all’indignazione generale per l’ennesima accisa sul carburante, sulla sua iniquità, sul nefasto effetto inflattivo, è possibile immaginare qualcosa di diverso, magari equo e utile all’intera economia? Noi crediamo di sì.
Partendo dalle abitazioni civili è possibile prevedere la creazione di un secondo pilastro assicurativo privato che integri le scarse risorse pubbliche disponibili sia in fase di prevenzione e messa in sicurezza, che di sostegno alla ricostruzione dopo la distruzione da catastrofe naturale.
Il sistema assicurativo, economicamente interessato alle buone regole e alla prevenzione, può affiancare lo Stato e le Amministrazioni locali e cercare strade nuove.
Spesso le regole di prevenzione e protezione definite dagli assicuratori sono divenute standard accettati da tutti (ad esempio nel trasporto marittimo e di valori). Può succedere anche per le catastrofi naturali.


Serve un accordo nazionale di riferimento per l'iniziativa delle Regioni. Ricevono dal Governo la responsabilità di gestire la Protezione civile con fondi che vengono reperiti con altre accise sulla benzina. Non ci pare pensabile che le Regioni in futuro facciano fronte agli eventi catastrofali ricorrendo sempre e solo a nuove tasse.


Le realtà istituzionali e politiche regionali e il sistema assicurativo (imprese-intermediari.-periti-utenti) si confrontino – secondo le chiare indicazioni della Commissione europea, sull'esempio di altri Paesi e tenendo conto ciascuno delle risorse ed esigenze dell'altro – per giungere a definire una nuova modalità di gestione positiva del rischio di catastrofi naturali.


Una gestione su tre direttrici:


• responsabilizzazione dei cittadini, chiamati ad assicurarsi a misura del rischio corso;
• creazione di un fondo per la prevenzione dei danni e protezione dei beni alimentato dalle imposte sulle assicurazioni cat.nat.;
• gestione efficiente dei danni, attraverso modelli di valutazione e indennizzo costruiti con il sistema assicurativo.

Network Assicuratori Democratici Lombardia

martedì 3 aprile 2012

decreto liberalizzazioni un’altra tappa per favorire competitività e tutela dei consumatori.

Per il settore assicurativo molte le scelte positive,
con qualche elemento di confusione da chiarire rapidamente.
Il network assicuratori democratici della Lombardia considera questo decreto nel suo complesso una tappa importante per favorire più competitività, maggiore uguaglianza nell'accesso alle opportunità economiche e per la tutela di consumatori e utenti. Un passo nella direzione giusta di contrasto ai monopoli e creazione di regole che includano i cittadini, un segnale di discontinuità, che riprende il cammino intrapreso dai governi di centrosinistra. Ma senza dubbio c'è ancora molto da fare.
Per il settore assicurativo alcune norme approvate per la rc auto hanno particolare rilevanza: a partire dalle disposizioni per perseguire i comportamenti fraudolenti senza nuovi costi per la pubblica amministrazione: nessun nuovo carrozzone per gestire il contrasto alle frodi! Ma incentivazioni all’organizzazione efficiente delle imprese e utilizzo efficace delle banche dati esistenti e potenziabili, gestione telematica del controllo della regolarità di contrassegno assicurativo e attestazione di rischio; l’inasprimento delle sanzioni per accertamenti compiacenti per danni a cose e per lesioni fisiche; la esclusione dal risarcimento dei danni fisici lievi non accertabili strumentalmente (colpi di frusta); procedure più stringenti nell’accertamento e liquidazione dei danni , fino alla facoltà per la compagnia di non offrire risarcimenti in caso di indizi gravi di frode. Seppure con formulazioni tecnicamente non ineccepibili e che ci auguriamo possano essere aggiustate (ad. Esempio non si fa alcun riferimento all’obbligo di conciliazione), si tratta indubbiamente di un bel colpo all’ artificioso incremento dei costi da tempo lamentato dalle imprese come motivo principale della mancata riduzione dei premi.
Ora ci aspettiamo da parte del sistema delle imprese un po’ di coerenza!
L’introduzione della scatola nera, con la regolamentazione delle caratteristiche tecniche, la gratuità e la portabilità, costituisce la maggior innovazione del sistema, che mira a spostare i pesi delle componenti tariffarie dalle caratteristiche oggettive (veicolo, età anagrafica,territorio) al comportamento oggettivo del conducente in direzione della responsabilizzazione massima delle persone.
Con la scatola nera inoltre sarà possibile sviluppare progetti di più vasta implicazione, dal servizio di assistenza nelle emergenze fino  all’adozione di progetti intelligenti finalizzati alla riduzione della congestione del traffico automobilistico privato nei centri urbani.
L’obbligo di informare su tre offerte rca, la cui regolamentazione - uno standard di modalità operativa – dovrà essere emanata dall’Isvap entro 4 mesi, ha salvaguardato l’obiettivo della trasparenza, ma necessità di una gestione intelligente dell’impatto sulla rete distributiva agenziale e di brokeraggio.
Queste nostre proposte che potrebbero essere oggetto di regolamentazione Isvap:
1)    uno standard di condizioni base definito dall'Isvap. Preveda la Scatola nera e sia quotato dalle compagnie senza possibilità di deroghe. Per garantire che l'informazione al cliente utente  sia certificata e valutabile oggettivamente.
2)    siano resi possibili rapporti commerciali tra agenzie di gruppi diversi, come lo sono già fra sub agenzie e broker, non solo per le polizze rca, ma per tutte le coperture danni.
3)    Eliminare l’obbligo non solo della triplice informazione rca, ma anche la compilazione dei documenti di adeguatezza per i clienti non “consumatori” (professionisti, enti e imprese).
4)    Prevedere la possibilità regolamentata per l’intermediario di essere remunerato dal cliente con parcella di consulenza, a partire in via sperimentale dal cliente non consumatore, come proposto recentemente anche dall’Aiba;
Per quanto riguarda la materia tariffaria, riconfermando il principio che ogni impresa debba adottare la propria politica, nel rispetto delle disposizioni comunitarie di salvaguardia del mercato, della concorrenza e della trasparenza, auspica che l’indicazione del legislatore produca una revisione radicale, si pure con la necessaria gradualità,  dell’ormai obsoleto sistema cosiddetto di bonus malus, con l’obiettivo di valorizzare maggiormente i comportamenti di guida anziché il tipo di veicolo.
Infine per quanto riguarda le polizze connesse a finanziamenti richieste dalle banche a fronte della positiva conferma del divieto  disposto dall’Isvap di operazioni in conflitto di interessi e della previsione di un testo standard per i contratti vita relativi a questa tipologia, resta incomprensibile la ragione per cui non sono state prese in considerazione analoghe iniziative per ben più diffuse coperture danni (incendio e altri danni al fabbricato nel caso dei mutui).
 Network Assicuratori Democratici Lombardia 

lunedì 2 aprile 2012

Gruppo Fonsai e responsabilità degli amministratori

Milano 29 marzo 2012

Gruppo Fondiaria-Sai: eventuali responsabilità penali degli amministratori
non devono ricadere sui destini del gruppo.

Le gravi dichiarazioni della procura milanese sulla situazione di Fondiaria-Sai accostata alle recenti scandalose vicende giudiziarie del più grande ospedale privato lombardo, che se non suffragate da dati di fatto ci auguriamo siano oggetto di querele adeguate da parte degli amministratori e della vigilanza, determinano pesanti ricadute sull’operato quotidiano del secondo gruppo assicurativo nazionale, già duramente sottoposto a tensioni per l’imminente operazione di ristrutturazione degli assetti proprietari e il conseguente avvio di un nuovo piano industriale di rilancio.
Si tratta di una rappresentazione decisamente offensiva per un gruppo con 8.000.000 di assicurati, 6.000 dipendenti diretti, 3.000 agenzie con oltre 10.000 fra agenti e loro collaboratori e dipendenti.
Le eventuali responsabilità penali degli amministratori non devono ricadere sul destino di un gruppo che per tradizione e capacità professionale non ha nulla da invidiare ai primari gruppi assicurativi europei.
Non a caso è oggetto di interesse di più investitori.
Il patrimonio societario, umano ed economico, di Fondiaria-Sai va rispettato, salvaguardato e rilanciato in tempi rapidi nell’interesse di tutti con un piano industriale che sappia esaltare la vocazione assicurativa di un gruppo da sempre al servizio del Paese.
Network Assicuratori Democratici Lombardia