giovedì 30 giugno 2011

Il federalismo fiscale ha prodotto l'aumento delle tasse sulla RCA

Sono già 31 le Province che hanno alzato le tasse sulla Rca, e altre 16 sono orientate a farlo: è l’effetto del federalismo fiscale.

Lo SNA -Sindacato Nazionale Agenti di Assicurazione in prima linea contro l’aumento dell’aliquota di imposta sulla rcauto disposta dalle Province italiane.

Il Sindacato Nazionale Agenti di Assicurazione, in una lettera inviata alla Presidenza del Senato, della Camera dei Deputati, del Consiglio dei Ministri, al Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, al Ministero dello Sviluppo Economico, alla VI Commissione Finanze della Camera, all’Unione delle Province italiane, alle Associazioni del Consumatori, alle OO.SS., ha espresso la più viva preoccupazione e il proprio disappunto per il D. Lgs n. 68/2011 sul federalismo fiscale che all’art. 17 prevede la possibilità per le Province italiane di variare fino a 3,5 punti percentuali l’attuale aliquota dell’imposta sulla RcAuto (pari ora a 12,5%), attraverso delibera di giunta ed approvazione o variazione di bilancio.

Se è pur vero che il decreto in questione attribuisce alle Province la facoltà di una variazione, non solo in aumento ma anche in diminuzione, dell’aliquota d’imposta, nella realtà è del tutto inverosimile che tali riduzioni possano verificarsi, stante la scarsità di risorse finanziarie a cui accedono gli enti provinciali e le difficoltà di bilancio della maggior parte di essi. Ad oggi sono 31 le Province che hanno optato per l’aumento e nelle prossime ore c’è il rischio che se ne aggiungano molte altre.

La provincia di Milano ha già deliberato un aumento dell’aliquota dal 12,5% al 16%.

Ancora una volta siamo costretti a registrare il varo di provvedimenti normativi che vanno in senso opposto a quanto ufficialmente dichiarato dalle istituzioni politiche e che sicuramente non incontrano le esigenze degli automobilisti che si considerano letteralmente vessati nell’essere costretti a pagare premi assicurativi incomparabili con quelli degli altri paesi europei.

Per tali ragioni esposte, lo SNA è da tempo e in prima linea nell’affrontare i problemi che investono il settore della rcauto in Italia, sollecitando da un lato le istituzioni preposte e dall’altro gli enti provinciali ad astenersi dall’adottare le variazioni in aumento dell’aliquota d’imposta.

Siamo pronti e come sempre disponibili a dare il nostro contributo alla risoluzione dei problemi e all’avvio di una piena ed effettiva liberalizzazione del settore assicurativo, con una sana concorrenza a favore dei consumatori ed avendo un occhio di riguardo per il sud del paese dove la sproporzione nel pagamento dei premi assicurativi fino al 20% rispetto ad altre aree si accompagna all’abbandono del territorio da parte delle compagnie (sia in termini di punti vendita che di centri di liquidazione) e alla mancanza di un efficace sistema di contrasto alle frodi assicurative.

Dr. Massimo Cingolani - Presidente Provinciale del Sindacato Nazionale Agenti di Assicurazione

venerdì 24 giugno 2011

Polizze troppo care, sistema da rivedere

L’Antitrust torna sul caro Rc che colpisce il settore con aumenti del 15% per le auto e di oltre il 30% per le moto.
Le assicurazioni aumentano troppo, la riforma dell’indennizzo diretto non ha prodotto i benefici sperati. Sono le conclusioni a cui giunge l’Antitrust che ha evidenziato i rincari del comparto auto e moto nelle sue relazioni annuali. Duro il commento del presidente Catricalà: ''Le compagnie riversano sui consumatori le maggiori spese derivanti dall'inefficienza''. E inoltre: ''L'amara sintesi è che il meccanismo dell'indennizzo diretto non ha funzionato e che occorre intervenire con una riforma di sistema che rilanci la competizione tra le imprese''. 
Sistema da rivedere - Nel documento di sintesi l’Autorità garante del mercato sottolinea le dimensioni del problema: tra il 2009 e il 2010, stando alle denunce pervenute e ai dati statistici diffusi da enti pubblici e privati, la Rc è aumentata in media del 15% con punte del 22% per i motorini e di oltre il 30% per le motociclette. L’attuale ordinamento non funziona e la cause saranno oggetto di ulteriori analisi, conclude l’Antitrust. L’indennizzo diretto doveva snellire le procedure dei rimborsi diminuendo i contenziosi e in definitiva anche i costi. Ciò nonostante le polizze sono cresciute anno dopo anno tra le lamentele degli assicurati, sempre inascoltati dalle loro compagnie. Le quali, da parte loro, si difendono con l’argomento dei costi troppo alti degli indennizzi, soprattutto per quanto riguarda i danni fisici.
Concorrenza insufficiente - La situazione è però divenuta insopportabile e anche l’Antitrust non crede del tutto alle spiegazioni delle Assicurazioni. L’analisi dell’Agm è inequivocabile nelle sue conclusioni: “bisogna innescare una maggior spinta competitiva in un settore che mostra ancora rilevanti limiti allo sviluppo di una piena ed effettiva concorrenza”.
Paolo Lorenzi - Corriere della Sera