martedì 29 novembre 2011

Incontro del Network Assicuratori Pd Lombardia

Lo scorso 25 novembre si è tenuto l'incontro del Network Assicuratori Pd della Lombardia in Regione con la partecipazione dell'Assessore Pierfrancesco Maran.

La riflessione introduttiva del portavoce Francesco Bizzotto
Salutiamo tutti gli intervenuti e in particolare Pier Francesco Maran, assessore Ambiente e Mobilità del Comune di Milano. Lo ringraziamo di essere tra noi. Il Network Assicuratori è parte del "Movimento arancione" che ha portato Giuliano Pisapia a fare il sindaco di Milano, con un programma e una Giunta che valorizzano il contributo delle competenze, la progettualità coraggiosa, il cambiamento condiviso.
Il Network plaude all'iniziativa di governo di Mario Monti, che segue un'analoga linea d'innovazione politica: più Europa, sobrietà ed equità, per risanare il Paese e crescere con equilibrio. Obiettivi alla portata del Paese.
Il Pd ha favorito i positivi processi milanese e nazionale, senza pretese egemoniche, nel rispetto per la pluralità dei protagonisti istituzionali e politici. Si è così proposto come casa di tutti i riformatori attenti al capitale umano attivo e responsabile; una casa in cui non ci sono verità da distribuire ma prospettive e soluzioni da cercare nella vita sociale ed economica corrente.
Il metodo del Network
Noi Assicuratori pratichiamo questo indirizzo ed esprimiamo fiducia nella realtà plurale, contraddittoria e vitale del mercato. Una realtà bella, aperta e conflittuale. In una parola: democratica.
Cerchiamo il confronto, non parliamo di appartenenze o di tessere. Non ci interessa essere contro. Rispettiamo le persone e siamo curiosi: perché spesso le idee più belle e di valore vengono da lontano.
Questo approccio non ci impedisce – anzi – di essere attenti alla vita del Pd e delle istituzioni pubbliche; di cercare spazio in tutte le sedi della Politica e di far pesare le proposte del Network.
Così abbiamo capito al volo l'invito di Enrico Letta, venuto a luglio a presentare il Network lombardo. Ci ha detto (e sembrava uno di noi): individuate e condividete le viti giuste, i nodi da toccare con provvedimenti legislativi che favoriscano la libera dinamica di mercato. Questo vogliamo fare.
Lombardia: un quarto del mercato nazionale
Ci interroghiamo sul ruolo delle assicurazioni. Un quarto del mercato è in Lombardia. Questa regione ha una dimensione, una storia e una ricchezza che la fanno protagonista. Nelle aziende e fuori, le risorse umane, professionali e imprenditoriali sono il suo punto di forza. Se valorizzerà e armonizzerà, con la partecipazione responsabile, le conoscenze, le competenze e le sensibilità, può prendere un passo che anticiperà gli sviluppi e aprirà a una crescita di alta qualità e valore espresso. I gruppi dirigenti lombardi devono esporsi e provarci, nel loro interesse, in quello del Paese e della prospettiva europea. Vale anche per i nostri servizi, e in specie per quel tappo al loro sviluppo che è la RCA. Vediamo troppa attesa di interventi e soluzioni nazionali. Occorre invece procedere con test su scala ridotta, in realtà omogenee, con progetti mirati e condivisi.
Il nostro ruolo: assicurare la libertà
In altra sede ci siamo soffermati sui dati del nostro scarso sviluppo. Oggi vogliamo riflettere sulla visione e sull'utilità del mestiere, per meglio coglierne la prospettiva e per favorirlo nella dinamica concorrenziale tra macro settori di offerta. Sappiamo con quanta facilità le famiglie spendano, ad esempio per la tecnologia del gioco e della comunicazione, e quanto fatichi l'offerta assicurativa. Non dipende solo da limiti di mercato. Dipende molto dal ruolo percepito e dal valore attribuito all'offerta. Dunque, dalla visione di sé degli operatori.
Quale ruolo, dunque? Siamo abituati a pensare in termini di sicurezza. Possiamo vederci come promotori di libertà. La libertà che oggi serve e a cui ci chiama l'Europa: adulta, responsabile. Vediamo.
La cultura liberale del secolo XVIII immaginava che fosse senza limiti lo spazio per l'iniziativa individuale che non danneggia altri e che è moralmente non riprovevole. È stato un presupposto del nostro sviluppo, dice Niklas Luhmann. Non merita forse un ripensamento? Può l'uomo continuare ad affrontare la “possibilità” con immediatezza ingenua, pensando solo al suo lato chiaro (l'opportunità) e non anche alla sua ombra, le conseguenze negative di breve e lungo termine?
Noi immaginiamo la possibilità subito come vantaggio. Balziamo sulla opportunità che ne può derivare. Fatichiamo a vedere il percorso di realizzazione, cioè il rischio. Lo dice bene Henri Bergson in L'evoluzione creatrice: l'intelligenza umana tende a saltare di scopo in scopo (di stasi in stasi), a non vedere il processo, il cambiamento. Così l'umanità corre verso l'estinzione. Ce ne rendiamo ben conto.
Lasciamo stare il nucleare e la genetica. Pensiamo alla pratica della perforazione oceanica (5.000 pozzi aperti nel Golfo del Messico): il relativo rischio non meriterebbe una riflessione e l'obbligo di un'assicurazione condizionata e a vasto raggio? Crediamo che quest'obbligo farebbe presto maturare condizioni di assicurazione stringenti e fortemente orientate alla prevenzione. Questo è il ruolo che sottolineiamo. Un ruolo di gestione dei rischi ad ampio spettro: è la domanda latente del mercato, direbbe Adolfo Bertani del Cineas.
Sta maturando una prospettiva nuova: la gestione di entrambi i lati della medaglia di possibilità e rischio.
Come fare per misurare (e assicurare) i rischi del nostro tempo?
A questa difficile domanda siamo indotti dalla ragione detta e da una necessità che sta al cuore del mestiere: per assicurare un rischio, lo devo aver misurato.
Ora, risulta evidente che la statistica può dire poco del rischio di perforazione oceanica. È così per molti rischi. Tale è il ritmo del cambiamento, la complessità delle cose e il peso delle umane decisioni. Popper diceva: è solo storia.
Così l'assicuratore è indotto a occuparsi di ampia gestione del rischio (informazione e prevenzione) per poterlo misurare e assumere. Non ha altra strada.
E possiamo dire che vende libertà nell'unica forma autorizzata: la libertà che risponde di se stessa, delle conseguenze dell'agire (sensato) in relazione.
Attrezziamoci allora per proporci nei termini necessari per noi e attesi dall'utenza: come larga gestione dei rischi puri, resi misurabili con iniziative dichiarate e condivise. C'è una prateria di valore da creare e cogliere.
Solo la Persona può “rischiare”Cambia la concezione della libertà (la base del vivere sociale) e anche quella di individuo. È evidente che pensarlo isolato, autosufficiente, puro soggetto di diritti (versione positiva), oppure massa anonima, animale da consumo o oggetto di tutela (versione negativa), non risponde a quel che serve. Serve un tipo sociale consapevole, ben ancorato alla realtà che lo nutre (la comunità) e attrezzato alla bisogna per stare in società a schiena dritta: capace di rispondere delle proprie scelte, agire con saggezza la libertà, esplorare la possibilità, realizzare la propria umanità. È un orientamento forte dell'Unione europea, e l'Europa (pensiamo a Emmanuel Mounier) ha molto da dire con la sua idea di Persona che sta, autonoma, a cavallo tra comunità e società.
Questo tipo sociale – attento al merito e al suo riconoscimento – si va formando e cerca sostegno. Certo, per una lunga stagione comunità e istituzioni se ne devono prendere cura, lo devono sorreggere, tutelare, aiutare, indirizzare. Va ribadito: non possiamo buttare tutti a mare alla leggera. Possiamo però dire che solo la Persona è soggetto di rischio, inteso in termini positivi: come azione consapevole, misurata, responsabile.
Scendiamo nel concretoQuesto incontro ha lo scopo di conoscerci e coordinarci in Lombardia, chiarire la modalità di iniziativa del Network (leggera, distribuita tra molti, poco dispendiosa, molto centrata sul dialogo e lo scambio in rete di informazioni: cose per nulla banali) e fare il punto su due importanti temi affrontati dai nostri Gruppi di lavoro:
1. RCA e Congestion charge. Poi interverranno gli specialisti a dire meglio della nostra proposta che, in due mosse, fa efficienza, servizio e concorrenza. E potrà forse farci risparmiare l'Agenzia anti frode. Ci limitiamo qui a poche considerazioni, lieti della presenza dell'assessore Maran. Pensiamo che la polizza RCA possa aiutare a rendere sostenibile il traffico urbano, perché si orienta a premiare un utilizzo saggio, equilibrato, responsabile, dell'auto (e della città). Favorisce un'ampia gestione dello specifico rischio e l'attenzione al contesto e al risparmio (energetico e monetario). Così, proponiamo che la giusta tassa del Comune di Milano contro la congestione (sancita da un referendum), in prospettiva agganci la logica dell'auto-limitazione premiata: chi riduce l'uso dell'auto in zone e momenti critici della città (di ciò già si può avere evidenza) sia riconosciuto, favorito, premiato; e chi lo incrementa, paghi di più. Il Comune potrebbe utilizzare la tecnologia e l'esperienza dell'assicuratore (la Scatola nera) o altra (applicazioni al telefono), e prescindere dalle postazioni fisse. La mobilità e la città (guarda caso, due simboli di libertà) sono beni comuni che possiamo imparare a gestire in modo plurale e trasparente, superando separazioni non più utili. Lo afferma con forza una donna straordinaria, Elinor Ostrom, Nobel per l'economia 2009.
2. RISCHI CATASTROFALI. Il Gruppo di lavoro che se ne occupa ha preso una chiara posizione, di cui ci dirà. Anche qui si tratta di gestire al meglio beni collettivi. Attori pubblici e privati insieme formino istituzioni  empiriche e incrementali, sulla base di scelte strategiche poi localmente condivise. L'adattabilità istituzionale e il dialogo dei competenti – dice Elinor Ostrom – sono prerequisiti per la salvaguardia dei beni collettivi sul lungo periodo. Noi aggiungiamo: è decisivo un forte irrigidimento sulle regole di costruzione. E serve un accordo nazionale di riferimento. L'assicuratore – che è interessato al rispetto delle norme e alla prevenzione – può utilmente avervi una parte significativa. Può essere il perno attorno a cui far ruotare il sistema. Guido Salerno Aletta, su Milano Finanza del 5 cm., propone che i premi raccolti (pensiamo: in una certa misura) siano “reimpiegati sul territorio per eliminare o ridurre drasticamente i rischi”. È una bella idea, forse gradita alle compagnie, vista l'incertezza degli investimenti finanziari.
Gli altri temi su cui il Network sta riflettendo, cerca idee e farà proposte
  • FAMIGLIA. Molte le tutele (dalla Salute alla Capacità di reddito, all'Autosufficienza, di cui il contratto dei dipendenti delle compagnie è buon esempio) che possono ridar campo a Previdenza e Risparmio.
  • LAVORO. L'assicuratore guardi al futuro e contribuisca a creare il Mercato del lavoro che non c'è, e a superare familismo e raccomandazione attuali. I giovani, dice l'Europa, hanno diritto ad avere chance di mobilità e opzioni di impiego o auto impresa. È un bel rischio che può essere misurato e assicurato.
  • IMPRESE. L'aiuto dell'assicuratore è decisivo nella gestione dei rischi, in particolare d'esportazione e internazionalizzazione (specie per le PMI) e per la riduzione del costo del credito, non solo d'emergenza.

sabato 26 novembre 2011

Assicurazioni e calamità naturali

Un contributo al dibattito del gruppo di lavoro Network Assicuratori Lombardia
“Ciò che è comune alla massima quantità di individui riceve la minima cura” (Aristotele)

Dopo le alluvioni in Liguria, assistiamo a un preoccupante silenzio da parte delle pubbliche istituzioni (sono finiti i soldi) e anche da parte degli assicuratori (il rischio è ormai troppo elevato). Eppure non ci si può rassegnare. È palese che le Amministrazioni locali non sono riuscite a fare né buona manutenzione del territorio, né efficace prevenzione, mentre i cambiamenti climatici e la densità abitativa e di infrastrutture rendono il tema prioritario. E richiedono iniziative fuori da vecchi schemi.
E’ drammaticamente all’ordine del giorno la necessità di chiamare a raccolta tutte le energie per attuare un valido sistema di prevenzione e protezione, a partire dalla cura del territorio fino alla all’indennizzo dei danni materiali e all’erogazione degli aiuti alla ricostruzione.
Elementi tutti sui quali l’assicurazione può svolgere un ruolo fondamentale di sostegno non solo economico, ma anche di stimolo e controllo di una buona amministrazione finalizzata alla messa in sicurezza del territorio.
Le assicurazioni, economicamente interessate alle buone regole e alla prevenzione, possono affiancare le Amministrazioni locali e cercare strade nuove.
Una polizza avrebbe diversi vantaggi: primo costringerebbe ad irrigidire le regole edilizie,infatti delle costruzioni a norma sarebbero il prerequisito necessario per la stipulazione del contratto.
Secondo, in caso di disastri naturali i danni alle abitazioni sarebbero coperti dalle polizze, lasciando allo Stato la ricostruzione delle infrastrutture quali ponti, acquedotti, strade.
L’unica proposta di legge presentata, ma mai discussa, fu la n 5018 presentata il 24 Giugno 1998 dai deputati Camoirano, Lorenzetti e Vigni.
Si specificava che la politica di intervento statuale era stata prevalentemente concepita come mero soccorso all’emergenza e alla ricostruzione. Tale politica è stata posta a totale carico finanziario dello Stato con effetti negativi. Il più grave è l’avere indebolito lo spirito della solidarietà inducendo i cittadini colpiti ad attese risarcitorie integrali, senza contare i gravi inconvenienti di gestione, soprattutto nella ricostruzione successiva all’evento ctastrofico.
Ha poi determinato una rilevante spesa pubblica che negli ultimi 35 anni ha elargito milioni e milioni di euro, erogati in termini di assistenza svincolata da ogni serio criterio di programmazione.
La sollecitazione a modernizzare l’approccio al problema di tutelare al meglio le vite ed i beni della comunità è stata ormai discussa in vari consessi internazionali, la proposta più apprezzata è stata quella formulata dalla delegazione governativa italiana all’assemblea ONU di Yokohama nel 1995. Ma nonostante questo, per paradosso il nostro paese rimane quello più arretrato su questo fronte legislativo.
Noi come sempre siamo molto bravi a proporre leggi e regolamenti belli ma scarsamente praticati, basti pensare al nuovo Codice della Strada.

Le strategie di previsione e prevenzione si basano su alcuni capisaldi che sono:
1) La riduzione sistematica del rischio,con azioni e interventi che devono essere attuati prima che il danno si concretizzi in forma di disastro o catastrofe.Si tratta di una razionalizzazione del rapporto tra ambiente e insediamenti antropici ottenuta con il controllo pianificato della sicurezza su tutto il territorio.
2) La preparazione e l’approntamento dell’organizzazione di protezione civile e, in particolare, la predispozione delle forze, dei mezzi, delle misure organizzative, delle procedure operative.
3) L’elaborazione e la predisposizione dei programmi e dei modelli da applicare per la riabilitazione e la riparazione definitiva dei danni che possono essere causati da un evento catastrofale.
All’interno della spesa storica per l’attività di soccorso e ricostruzione,si possono liberare delle risorse attraverso un sistema misto che affianchi, come avviene in molti paesi colpiti spesso da simili eventi catastrofali, all’intervento statuale l’intermediazione assicurativa,opportunamente incentivata attraverso specifici provvedimenti fiscali.
Nel caso si optasse per un’assicurazione privata obbligatoria con l’estensione della copertura incendio sarebbe fondamentale che la valutazione dei rischi sia lasciata autonomamente alle Compagnie senza interventi “politici” non supportati da valutazioni tecniche.
Un altro aspetto sarebbe la creazione di un fondo di garanzia in grado di intervenire in forma integrativa per eventi di particolare gravità.
Il terremoto in Abruzzo come le recenti alluvioni hanno evidenziato casi di abusivismo e mancate verifiche; il pubblico controlla poco e male per i suoi conflitti d’interesse e spesso anche per amministrazioni coinvolte nella corruzione.
Una compagnia di assicurazione ,il cui compito è stimare i rischi per costruire il premio,sarebbe invece motivata a pretendere dai controllori che le norme siano rispettate, pena la non assicurabilità dei beni.
Inoltre il modello assicurativo risarcirebbe direttamente i soggetti danneggiati affidando loro le risorse necessarie per la ricostruzione ed evitando che si perdano nelle inefficienze, nei ritardi, negli sprechi della macchina burocratica e nella corruzione, per non parlare della criminalità organizzata.
Il risarcimento diretto consente ai danneggiati di essere padroni delle proprie scelte.
La ricostruzione deve avere un senso per l’individuo, uno se vuole può anche decidere di allontanarsi da un territorio che lo angoscia per ricostruirsi la vita da un’altra parte, e questa è una grande scelta di libertà individuale ed economica.
In questo dibattito, che si ripete da decine di anni dopo ogni terremoto o alluvione,sarà importante il ruolo degli agenti per sensibilizzare i cittadini sull’importanza di questo rischio e per offrire un’adeguata consulenza. Ben altro che un’altra tassa, come sostenuto da chi ha scarsa attenzione al bene comune e alla previdenza!

Elinor Ostrom, Nobel per l'economia 2009, ricorda le parole di Aristotele e indica un modo sperimentato per gestire al meglio i beni collettivi ed evitarne la ricorrente tragedia: attori pubblici e privati formino istituzioni empiriche e incrementali, sulla base di scelte strategiche localmente condivise. La sua lezione: l'adattabilità istituzionale e il dialogo dei competenti è prerequisito per la salvaguardia dei beni collettivi sul lungo periodo.

Serve un accordo nazionale di riferimento per l'iniziativa locale. In questi termini:
  • un forte richiamo e irrigidimento sulle regole di costruzione;
  • la diffusione agevolata di assicurazioni catastrofali, iniziando dalle zone a minor  rischio;
  • tali assicurazioni tutelino solo chi rispetta le regole e prevedano, oltre che diversi premi, anche vari livelli di partecipazione al rischio da parte dello Stato;
  • per le zone più mal messe, l'assicuratore svolga il ruolo di gestore dei risarcimenti che lo Stato o l'Amministrazione locale dovranno effettuare ugualmente;
  • i premi raccolti siano “reimpiegati sul territorio per eliminare o ridurre drasticamente i rischi”. È un'idea di Guido Salerno Aletta, apparsa su Milano Finanza del 5 cm.
     
Lo stesso Aletta ricorda che spesso le regole di prevenzione e protezione definite dagli assicuratori sono divenute standard accettati da tutti (ad esempio nel trasporto di valori e marittimo). Può succedere anche per le catastrofi naturali, se le Amministrazioni locali e gli assicuratori sapranno darsi un vero appuntamento e ascoltarsi.

Francesco Bizzotto
Massimo Cingolani
Lamberto Peri
Radames Viola

martedì 22 novembre 2011

La RC Auto in Italia: Minaccia o opportunità per il consumatore e le istituzioni?

La situazione italiana sul tema dell’RC è in completo stallo: da una parte le Compagnie accusano i consumatori di commettere frodi (tra falsi sinistri e colpi di frusta ad ogni parcheggio) e le istituzioni di non effettuare il loro dovere di controllo, dall’altra l’ISVAP che “punisce” le Compagnie con sanzioni, adempimenti burocratici (regolamenti vari, questionari di adeguatezza, etc.) e realizza preventivatori inutili a spese della collettività.
Tra i due litiganti il terzo paga: i consumatori vedono lievitare i premi della RC e non capiscono perché solo in Italia si faccia tanto rumore per nulla di concreto.
Ora il problema vero è l’attribuzione delle responsabilità di gravare sul cittadino: il Governo nazionale toglie risorse ai governi locali e li lascia “liberi” di agire sulle tassazione della RC Auto. Alcune Provincie sono cadute nella trappola anche perché non hanno molte altre possibilità: non ti do il pane ma ti autorizzo a mettere le mani nelle tasche degli altri… e se non lo fai sono fatti tuoi!
In questi casi sarebbe bene che le Provincie abbiano l’intelligenza e la capacità di rivolgersi ai cittadini spiegando il motivo di tali incrementi e, soprattutto, dedicando tali risorse economiche per incrementare la sicurezza, migliorare la qualità dei servizi e delle infrastrutture dedicate ai contribuenti colpiti: chi ha necessità di muoversi (che nella maggior parte dei casi è automobilista per necessità e non per scelta). È solo rendendo tangibili le migliorie che i contribuenti ne comprendono il senso: una città intelligente con strade più sicure (anche per i pedoni), mobilità sostenibile in zone a traffico limitato (mezzi pubblici ma anche biciclette, car sharing, veicoli elettrici, etc.) ed efficienza grazie ad una elevata informatizzazione diffusa che permettano una riduzione del costo assicurativo in Italia.

L’ISVAP l’anno scorso ha avuto una iniziativa interessante: ascoltare i vari attori per trovare una via di uscita. La montagna ha partorito un elefante: l’istituzione di una agenzia Antifrode, la definizione della tabella sulle macro e micropermanenti, il maggior utilizzo del risarcimento diretto e l’abolizione del tacito rinnovo!
Tutte iniziative molto onerose, con impatti minimi sulle tariffe oppure validi a livello teorico ma non nella pratica.

Ma vediamoli nel dettaglio:
1. Agenzia Antifrode: gli elevati costi strutturali e di gestione (pagati indirettamente dal consumatore… chi altri se no??!) andrebbero a diminuire se non ad azzerare i benefici già di per sé limitati alle frodi reiterate (le uniche che una struttura del genere è in grado di individuare e che rappresentano solo una parte del problema). INIZIATIVA SOPRAVVALUTATA.
2. Le tabelle potrebbero essere utili se poi venissero applicate e se non ci fossero medici compiacenti disponibili ad elevare i gradi di invalidità riscontrati. Proprio sulle micro permanenti (che rappresentano il vero problema italiano) le compagnie non hanno nessun interesse a contestare il sinistro: i costi per un contenzioso con il cliente sono ben superiori all’eventuale beneficio. Per quanto riguarda le invalidità superiori al 9% confermiamo la nostra contrarietà a un intervento che scarica sui danneggiati le esigenze di cassa delle compagnie. Anche in questo caso, come ormai è consuetudine, il governo ha emanato un decreto che recepisce solo l’interesse della parte imprenditoriale, senza tener conto della realtà consolidatasi nell’ultimo anno sulle tabelle del tribunale di Milano. Ma il problema non era la certezza nella quantificazione? Ora scopriamo che anche sottraggono risorse a persone e famiglie che possono trovarsi veramente in difficoltà, per compiacere i bilanci delle compagnie gravemente compromessi dagli investimenti in titoli del debito dei paesi e delle società in crisi! INIZIATIVA UTILE IN TEORIA MA NON NELLA PRATICA.
3. Il risarcimento diretto è un ottimo strumento e dovrebbe essere effettivamente adottato in maniera diffusa: le compagnie hanno tutto l’interesse nel gestire al meglio il proprio cliente anche perché è il momento migliore per instaurare un rapporto di fiducia. Dal punto di vista dei costi nulla però cambia, anzi: la compagnia non ha alcun interesse ad avere un contenzioso con il proprio cliente e pertanto è maggiormente disponibile a chiudere un occhio anche se la richiesta di risarcimento è superiore. INIZIATIVA INUTILE AL FINE DI RIDURRE I COSTI
4. Il tacito rinnovo nonostante sia sempre stato “venduto” come strumento di tutela del cliente (per non lasciarlo senza copertura assicurativa) è invece sempre stato utilizzato dalle compagnie a scapito del cliente per obbligarlo a non cambiare assicuratore. L’introduzione, nel 2007, dell’obbligo di invio dell’attestato di rischio prima della scadenza dell’annualità ha, di fatto, liberato il consumatore dall’unico strumento che le compagnie usavano in maniera coercitiva per legare a sé l’assicurato. Con o senza il tacito rinnovo è, quindi, dal 2007 che il consumatore è libero di cambiare assicuratore anche perché non esistono casi in cui le compagnie abbiano agito la possibilità di recuperare il premio del rinnovo in caso di mancato annullamento.
L’iniziativa pertanto ha solo “sanato” una situazione già diventata ormai pratica comune. INIZIATIVA NECESSARIA MA INUTILE AL FINE DI RIDURRE I COSTI.

Quindi?
Non ci sono altre modalità più efficaci per intervenire sul problema dell’RC auto in Italia?
Il Network degli assicuratori (formato da professionisti interdisciplinari del settore assicurativo) propone due interventi più semplici ma decisamente più efficaci:
1. il testo standard per la RC Auto obbligatoria
2. la scatola nera

TESTO STANDARD PER LA RC AUTO

Su esperienze viste all’estero (nello specifico la polizza malattia in Olanda), l’ISVAP dovrebbe realizzare il testo “standard” di polizza minima che tutte le compagnie che desiderano operare in Italia devono proporre sul mercato.
I termini per una corretta applicazione devono essere i seguenti:
1. il testo di polizza (coperture, rinuncia alla rivalsa, etc.) e la struttura della tariffa (massimali disponibili, elementi di valutazione del rischio, etc.) sono definite dall’ISVAP con l’applicazione della tassazione minima di legge (9%);
2. ogni compagnia è libera di definire il prezzo e la provvigione da riconoscere ai propri agenti;
3. il prezzo pubblicato non può essere soggetto a sconti né a modifiche varie;
4. le compagnie possono offrire ulteriori prodotti RC e CVT con caratteristiche di copertura più ampie e con prezzi liberi;
5. Le compagnie e gli intermediari che non rispettano tali indicazioni sono soggetti alla sospensione o alla cancellazione dal RUI;
6. Le Provincie possono applicare tassazione superiori al 9% ma solo su altre tipologie di copertura diverse da quella standard ISVAP.

i vantaggi sarebbero:
a. I preventivatori avrebbero un senso: attualmente viene confrontato un prezzo teorico (non sono considerati gli sconti che tutte le compagnie applicano) con coperture molto differenti (alcune polizze costano poco ma offrono coperture con molti vincoli e cavilli).
b. il consumatore avrebbe trasparenza assoluta in termini di coperture e prezzo.
c. il consumatore avrebbe maggiore “sicurezza” sulla efficacia del livello di copertura ottenuto.
d. il mercato beneficerebbe finalmente di una reale ed efficace concorrenza.

Obbiettivo: Attivare una reale concorrenza nel mercato assicurativo della polizza obbligatoria.

LA SCATOLA NERA

La scatola nera dovrebbe essere utilizzata in maniera massiccia. Questo apparecchio, che registra l’impatto (intensità e direzione nonché luogo e orario) di tutti gli incidenti (dai leggeri tamponamenti a quelli più gravi) e ne trasmette i dati in tempo reale, rappresenta una rivoluzione assoluta che permette una drastica riduzione dei costi della RC Auto. Il problema principale degli attuali costi è infatti rappresentato dal cosiddetto “colpo di frusta” e dai relativi risarcimenti richiesti. Questa pratica tutta italiana è estremamente diffusa tra la popolazione (anche le persone più corrette non rinunciano, in caso di sinistro, a richiedere una facile risarcimento tramite un referto medico che non si rifiuta a nessuno). L’utilizzo della scatola nera insieme ad una legislazione che dichiari non risarcibile il danno alla persona in caso di sinistro che abbia registrato una forza inferiore ad un determinato livello, permetterebbe una drastica riduzione dei costi a carico delle compagnie e, quindi, dei relativi premi applicati (l’ANIA ha statisticato in circa 1,7 miliardi annui l’impatto di questa tipologia di sinistri).


L’utilizzo di questo semplice ed economico strumento (l’attuale costo è inferiore ai 100€) quindi porterebbe a:
1. evitare le speculazioni sulle micro permanenti (colpi di frusta): il sistema registra il livello di impatto. RISPARMIATI 1,7 MILIARDI DI €
2. evitare le frodi generiche (in maniera più efficace di una eventuale Agenzia in quanto interviene già sul primo sinistro e non sulla reiterazione): il sistema registra se è avvenuto l’incidente indicando luogo, data e dinamica. RISPARMIATI 1,5 MILIARDI DI €
3. disincentivare comportamenti di guida pericolosi tramite tariffe equilibrate realizzate sui corretti comportamenti di guida indipendentemente da dove abitano (un bravo cittadino di Napoli pagherebbe come un bravo cittadino di Bolzano e viceversa). EDUCAZIONE ALLA GUIDA E PREVENZIONE
4. eliminare il criterio di Bonus/Malus che interviene in ottica punitiva e non preventiva. MIGLIORAMENTO DEL RAPPORTO CONSUMATORE-MONDO ASSICURATIVO
5. gestire in tempo reale le attività di verifica della copertura assicurativa da parte delle forze dell’ordine andando ad individuare i veicoli non assicurati tramite l’informatizzazione dei dati assicurativi e la dematerializzazione del contrassegno (da recenti indagini si contano circa 3 milioni di veicoli non assicurati, per il controvalore di circa 1,2 mld di premi RC). CONTROLLO DELL’OBBLIGO ASSICURATIVO
6. diminuire i contenziosi e i costi della giustizia grazie ad informazioni CERTE e MISURABILI sulla dinamica dei sinistri.
7. studiare e mettere in pratica servizi utili al miglioramento del traffico e alla tutela della persona: servizio di soccorso immediato in caso di incidenti gravi (invio soccorso push in caso di impatto violento); servizi di gestione del traffico (tramite individuazione immediata di incidenti e di ingorghi); servizi di gestione delle aree metropolitane (accesso a ZTL); servizi per il cittadino (ad es.: avviso di allontanamento e di superamento della velocità utili in caso di affidamento del veicolo a figli o a terzi, localizzazione del veicolo in caso di parcheggio o di spostamento da parte di terzi).

ULTERIORI SVILUPPI

1. Progetto di diffusione dei sistemi di trasporto intelligenti (direttiva UE 2010/40).
È allo studio della Comunità Europea l’introduzione obbligatoria del dispositivo in tutti i veicoli per il monitoraggio del traffico in tempo reale e per le chiamate di emergenza (e-call): iniziare ora ad effettuare alcuni test significa essere pronti ad utilizzare la tecnologia al meglio nel momento della sua diffusione massiccia.

2. Tassa automobilistica.
La medesima tecnologia è in fase di sperimentazione in Olanda per il pagamento della tassa automobilistica legata all’utilizzo e NON al possesso: una convergenza di obbiettivi che rende della tecnologia satellitare la Soluzione (con la S maiuscola) per problematiche annose e mai risolte in un’ottica di salvaguardia dell’ambiente e del portafogli del cittadino premiando un utilizzo virtuoso, consapevole e responsabile del mezzo di locomozione privata.

3. Corsi di guida.
Un intervento congiunto tra istituzioni e compagnie assicurative nell’ambito della formazione alla guida tramite corsi (teorici e pratici) più uniformi che garantiscano un livello di preparazione minimo e controllato offrendo vantaggi ai migliori (es.: costi assicurativi inferiori).

CONCLUSIONI

Un utilizzo congiunto di entrambe le iniziative porterebbe ad una riduzione drastica delle tariffe (fino al 20%) senza considerare ulteriori impatti innescati da un circolo virtuoso di responsabilizzazione del consumatore che, in pochi anni, potrebbe avvicinare i prezzi della RC auto agli standard europei.

martedì 15 novembre 2011

Incontro Regionale Network Assicuratori con Maran il 25 novembre

Il 25 novembre alle ore 15.00 presso il gruppo regionale del Partito Democratico, nella sede della Regione Lombardia, al Palazzo Pirelli di via F. Filzi, 22 a Milano, si terrà l'incontro regionale del Network Assicuratori con la partecipazione di Pier Francesco Maran, Assessore Ambiente e Mobilità del comune di Milano.
Il Network lombardo Assicuratori è parte del "Movimento arancione" che ha portato Giuliano Pisapia a fare il sindaco di Milano, con un programma e una Giunta che valorizzano la partecipazione responsabile, la progettualità, il cambiamento discusso e condiviso.
Siamo impegnati a riflettere sul servizio assicurativo e sul suo migliore contributo al Paese. Seguiamo due indicazioni. Quella data da Enrico Letta nella conferenza stampa di presentazione del Network lombardo del Pd: "Cercate i nodi, le viti giuste, su cui fare dibattito e convergenza nel settore, affinchè poi si possa intervenire a livello di Governo e favorire la positiva e libera dinamica del mercato". E quella di Stefano Boeri nel Convegno milanese del 20 aprile scorso a sostegno di Pisapia: "Nell'interesse dei cittadini utenti del servizio troveremo l'interesse del settore, delle diverse imprese e degli operatori tutti."
Questa è l'ottica in cui operiamo: progettuale, rispettosa, attenta alla complessità del mondo. In questo spirito stiamo definendo una proposta per riformare la RCA, che ha un peso sociale molto significativo e che può aprire a un grande sviluppo del comparto. Uno sviluppo nell'interesse della vita attiva e della libertà personale responsabile che devono caratterizzare il nostro futuro.
Il Network vuole favorire un modo nuovo di fare Politica: meno dispersivo, più concreto e veloce, più propositivo. Basato sul reciproco ascolto, il dialogo e il confronto. Via internet e di persona.

Se siete interessati alla buona Politica, al rinnovamento del suo ruolo per il Governo del Paese potete aderire al Network Lombardo Assicuratori, scrivendo a questo indirizzo: network.assicuratori.pd@gmail.com
Riceverete periodiche informazioni e potrete partecipare ai Gruppi di lavoro tematici.


Sono tra i promotori dell’iniziativa:
Gian Antonio Girelli, Agente e Consigliere regionale Pd
Francesco Bizzotto, Portavoce del network
Nicola Cattabeni di Fondiaria - Sai
Gianni Cavalcanti, segretario nazionale Fisac Cgil
Massimo Cingolani, responsabile provinciale SNA Milano
Dante Leoni, coordinamento milanese network
Emiliano Ortelli, SNA Milano
Gianfranco Pascazio, broker
Giuseppe Russo, coordinamento milanese network
Radames Viola,di Fondiaria Sai

Il Network Assicuratori stima Mario Monti e sostiene il suo sforzo per risanare e riportare in Europa il Paese. Vuole essere laboratorio di idee e proposte utili a questo scopo.

venerdì 14 ottobre 2011

La RCA è un colabrodo. Colpa anche dell'Isvap

Il Network Lombardo Assicuratori del Pd esprime solidarietà al presidente dell'Antitrust Antonio Catricalà che ha ribadito come stanno le cose nella RCA: "per le imprese è più agevole scaricare sui premi i maggiori oneri derivanti da inefficienze di gestione".

Infatti la verità è che la RCA - colpevole l'opacità dell'Isvap - è ridotta a un colabrodo di gestioni non comunicanti e ruberie, che non riguardano certo solo il Sud. L'Indennizzo diretto voluto da Bersani era l'occasione per qualificare il servizio e mettere ordine nel sistema, perchè chiamava ciascuna compagnia a risarcire il proprio assicurato. Sarebbe bastata una corretta collaborazione tra compagnie, con un adeguato sistema di controlli e denunce. Così non è stato per vecchie abitudini e, forse, miopi calcoli di convenienza immediata. Qualcuno suggerisce: perchè un volume di premi (18 miliardi) doppio rispetto alla media europea, di questi tempi fa gola. Così la famiglia italiana, per assicurare le sue due macchine, paga 900 euro, contro 450 in Francia.

Con due semplici innovazioni (Condizioni base dell'Isvap quotate da tutte le compagnie e Scatola nera sulla macchina per rendere obiettivi comportamenti ed eventi di circolazione) le tariffe possono scendere in due anni del 50%. E l'immagine e il ruolo dell'assicuratore (garante di libertà e vita attiva del cittadino) ne trarrebbero sicuro vantaggio: c'è un 50% di mercato delle tutele di famiglie e attività da sviluppare. Lo dice, ancora una volta, il confronto europeo.

Non sono queste le inefficienze, prive dello stimolo della concorrenza, di cui ha parlato giorni fa Mario Draghi? Non sarebbe ora di fare nomi e cognomi dei responsabili istituzionali? Per esempio di Giancarlo Giannini, sempiterno presidente dell'Isvap, ormai ridotto al ruolo opaco e costoso di complicazioni e inefficienze nella vita del comparto assicurativo?

Network Assicuratori Pd Lombardia

venerdì 5 agosto 2011

Tabella delle I.P. dal 9%

Ora arriva il decreto in base al quale viene istituita la tabella unica nazionale per il calcolo del valore dei punti di invalidità permanente superiore al 9%, ma tagliando anche della metà i risarcimenti attualmente praticati sulla base delle tabelle del Tribunale di Milano.
Una cosa giusta dare certezza di spesa al sistema, un po’ meno mettere le mani nelle tasche di famiglie già colpite da pesanti conseguenze di un grave infortunio stradale.
Peccato farlo adesso, in agosto, come le peggiori cose. Andava fatto e comunicato con calma, per bene, in tempi normali. Magari spiegando.

La Tabella base delle IP dal 9% in su è una cosa giusta, anche se forse poteva essere più generosa. Non preclude la personalizzazione della valutazione caso per caso (non comprende infatti il danno morale) e quindi in qualche modo è aperta.
Certo, è stata venduta male. E' una base di uniformità. Quella che chiediamo per la Tariffa RCA: perché un bravo automobilista napoletano deve pagare il 60% in più del bravo automobilista milanese?

L'Ania sbaglia (e con lei l'Isvap, in penombra, come al solito). Fa troppo conto, per risanare il marciume della RCA, quasi solo su iniziative di controllo amministrativo, esterne al mercato e al servizio. Il risanamento vero passa attraverso un rilancio della concorrenza e del servizio. Ad esempio: la sola velocità di gestione del sinistro può ridurre le truffe, le esagerazioni diffuse (anche al nord), nonchè le spese di lite e di giustizia. Quanto pesano sulla tariffa? Non meno del 40%. Questo è lo scandalo.
Noi Assicuratori del Network del Pd riteniamo che la RCA non risponda più a un sano principio di solidarietà responsabile (è il principio della Assicurazione privata), ma a una costosa, caotica e ingiusta mutualità, troppo aperta agli opportunismi. La Francia ha il 51% dei nostri sinistri e il 56% della nostra tariffa: i cittadini pagano quasi la metà e gli assicuratori hanno maggiori margini per investire.
Lo ripetiamo: qui brilla per opacità un ruolo chiave; quello dell'Isvap. E il governo? Discute del Processo lungo. Anzi, no, è in vacanza.

giovedì 21 luglio 2011

Le Province non usino la tassa RCA per fare cassa

Le Province stanno aumentando la tassa RCA dal 12,50% al 16% (in media 15 euro). In base alla nuova legge potrebbero ridurla al 9%. Torino non lo farà e Pescara ha revocato la delibera già adottata. Qual è il criterio guida? Quale strategia, nell'interesse dei cittadini, sta dietro la decisione?
L'auto (più d'una: 6 su 10 abitanti) è indispensabile in famiglia, per spostarsi e lavorare. E' un mezzo primario di vita, socializzazione, autonomia.

Gli assicuratori democratici chiedono che le Province facciano come Pescara: revochino le delibere di aumento. Di più. Parlino con il Governo, l'Isvap (l'autorità di controllo), l'Ania (le compagnie) e lo Sna, Unapass e Aiba (gli agenti e i broker ) e si dicano disponibili a ridurle , come previsto dalla legge, anche fino al 9%, a fronte di impegni per la prevenzione degli incidenti e per migliorare la velocità del servizio ( di rapida attuazione con l'attuale tecnologia): per ridurre i danni, le truffe, i costi e le tariffe.

Obiettivo? La Francia. Investe in prevenzione e semplificazione da molti anni: ha il 4,4% di incidenti e una tariffa di 229 euro. Noi siamo all'8,6%, con una tariffa di 407 euro (dati Isvap).
Da noi la RCA pare un acquedotto siciliano. L'Isvap indichi l'obiettivo di fare come la Francia. Dimostrerebbe che il suo ruolo non è solo di notaio, ma di indirizzo per a concorrenza del mercato e di servizio ai cittadini.


Per il Network Lombardo Assicuratori del Pd
Francesco Bizzotto, Massimo Cingolani, Radames Viola, Nicola Cattabeni

mercoledì 20 luglio 2011

Pio Albergo Trivulzio, polizze e brokers

La gestione della cosa pubblica può essere complessa quando sconfina in ambiti tecnici ad alta specializzazione come le gare d’appal-to per le prestazioni assicurative. Nella Pubblica Amministrazione genericamente intesa, il vero rischio è rappresentato dalle attività che ciascun ente, azienda e simili può legittimamente esercitare. Il meccanismo del trasferimento dei rischi all’assicuratore è il medesimo per tutti i tipi di gestione pubblica.

E’ per questo che, da diversi anni a questa parte, un numero crescente di amministra-zioni, per la ricerca della migliore proposta nella fornitura di servizi ricorrono alla consulenza di uno studio di brokeraggio cui vengono attribuite le necessarie caratteristiche di capacità professionale e di terzietà. La questione si riferisce, nel suo complesso, al risk management, all’analisi del pacchetto assicurativo in corso, alla stesura dei capitolati, alle modalità di individuazione delle corrette procedure di gara e alla valutazione delle offerte ricevute. I broker, nel ricevere l’incarico, stabiliscono un rapporto non oneroso a carico dell’Ente pubblico, riservandosi di ricevere, dall’agente che si aggiudicherà i contratti assicurativi una provvigione.

Il DL del 12 aprile 2006 n 163 recepisce alcune direttive comunitarie e regola le normative sugli appalti pubblici di lavori, servizi e forniture speciali, per quanto riguarda il campo dei contratti assicurativi, sono state escluse le offerte anomale e introdotti nuovi istituti come il dialogo competitivo. E’ abbastanza comprensibile che un piccolo comune non avendo i tecnici competenti affidi a un consulente esterno la preparazione di un accordo assicurativo, tra l’altro spesso non è altro che un copia-incolla scaricato da internet. Chiaramente questo incarico è assegnato senza gara ma con “discrezionalità”.

In molti casi sarebbe sufficiente il capitolato standard messo a disposizione dalle associazioni di categoria di agenti e broker. Ad esempio il Sindacato Nazionale Agenti ha creato un libro e un CD, scritto da Filippo Guttadauro e Fausto Davolio con normative, procedure, metodologie, capitolati e modulistica al modico costo di 30 euro. Questa pratica però appare fuori luogo nei comuni dove esistono competenze e professionalità interne.

In questi giorni scade il Consiglio di Amminstrazione del Pio Albergo Trivulzio, e viste le polemiche che lo hanno riguardato per altri fatti, non è insensato vedere come sono state gestite le polizze. Evidentemente il Comune di Milano e la Regione, che sono rappresentate nel Consiglio, non erano in grado di mettere a disposizione una figura interna capace di elaborare una convenzione assicurativa a costo zero. Hanno dovuto incaricare due broker per stendere un trattato che non va oltre le coperture che molti di noi hanno sulla propria abitazione. Il tutto per una tangente del 10% sull’importo delle polizze per tutta la durata, la parola “tangente” nel linguaggio assicurativo non crea particolari turbamenti.

Per la cronaca i due broker sono: la Aon che, ai tempi dell’appalto Trivulzio aveva come responsabile dell’attività di intermediazione, iscritto al Registro Unico degli Intermediari assicurativi, Paolo Arnaboldi Brichetto, padre dell’allora sindaco di Milano e la Società Rasini e Viganò, che è stata comperata dalla Aon dopo che Consorte, ex AD di Unipol se l’era fatta sfuggire. Chissà se alla prossima scadenza delle polizze ci accorgeremo che il vento è cambiato. Ho qualche dubbio.

Ogni informazione citata è verificabile nella rete.

Massimo Cingolani - per Arcipelago o.l. del 19.7

martedì 19 luglio 2011

Incontro con Enrico Letta

Enrico Letta al Network Assicuratori Pd: "ll Pd si sta articolando sulla base di temi e obiettivi, oltre che territori."

Enrico Letta, vice segretario del Pd, ha tenuto una Conferenza stampa a Milano il 14 luglio, presso il Consiglio regionale, per annunciare la nascita del Network degli Assicuratori Pd.
Erano presenti Stefano Tosi, responsabile economico regionale del Pd, Gianantonio Girelli, che fa parte del Network ed è consigliere regionale, e un bel gruppo di aderenti al Network.
La presentazione l'ha fatta Francesco Bizzotto: "Vogliamo essere interfaccia - ha detto - del dialogo tra la Politica (l'interesse generale) e la società civile. In specifico: un settore economico rilevante, perchè 1° forma una solidarietà impersonale, scelta, pagata e responsabile, che si affianca e rinnova la solidarietà comunitaria, 2° è attore di mercato interessato alla "misura" del rischio moderno (alla prevenzione dei danni)".
Stefano Tosi ha detto che il Pd lombardo è molto interessato all'iniziativa e la sosterrà sul piano organizzativo e nelle occasioni di confronto che in qualche modo chiamano il contributo dell'Assicuratore. E' matura in Regione una articolazione sociale che (per l'auto, la salute, la non autosufficienza e altro) chiede risposte nuove, professionali, di qualità. Sono peraltro molte le presenze disponibili, nelle Istituzione e nel territorio lombardo, che operano professionalmente nel settore assicurativo.
Gianantonio Girelli ha confermato l'impegno del gruppo consiliare, sul piano dei programmi e della gestione dei progetti, rispetto ai temi della sicurezza (in particolare infrastrutturale) e del ruolo dei servizi avanzati. C'è un forte bisogno, da parte delle imprese lombarde che vanno per il mondo - e dei molti professionisti che le assistono - di servizi innovativi, semplici, flessibili, affidabili. Tutta la Lombardia chede un salto di qualità che, a partire dalla Politica, aiuti l'economia e la società a girare coordinata, motivata, efficiente, in rete.
Letta ha apprezzato l'impegno tematico del Network: "ll Pd si sta articolando sulla base di temi e obiettivi, oltre che di territori. Lavoriamo per un Partito territoriale e molto forte sui temi."
"Il comparto assicurativo - ha detto il vicesegretario - è importante per il suo ruolo e per la sensibilità e l'economia delle famiglie. Purtroppo evidenzia un gap di competitività pesante; una opacità rispetto al rinnovamento che fa spazio a dinamiche lucrative che abbattono l'efficienza competitiva. Il tasso di opacità è eccessivo nel settore".
Noi siamo - ha sottolineato - "per le riforme con il cacciavite: che sappiano rispettare la macchina e toccare i punti giusti nel modo giusto; che determinino un salto di qualità nell'efficienza del sistema. Per far questo servono competenze, capacità di ascolto e visione generale".
Così, Letta esprime soddisfazione e attesa per l'impegno del Network ("siete su uno dei temi chiave"). Lo sprona a contribuire alla battaglia politica per rinnovare il Paese.
A seguire, in un incontro privato, Letta si è informato sul mercato, sulle sue dinamiche e sui terreni di impegno, come sulle idee del Network. La sua indicazione è di organizzare l'attività in modo semplice, mirato, concreto: cercare nel sistema le viti giuste da toccare, per la sua efficienza e per il Paese.

giovedì 30 giugno 2011

Il federalismo fiscale ha prodotto l'aumento delle tasse sulla RCA

Sono già 31 le Province che hanno alzato le tasse sulla Rca, e altre 16 sono orientate a farlo: è l’effetto del federalismo fiscale.

Lo SNA -Sindacato Nazionale Agenti di Assicurazione in prima linea contro l’aumento dell’aliquota di imposta sulla rcauto disposta dalle Province italiane.

Il Sindacato Nazionale Agenti di Assicurazione, in una lettera inviata alla Presidenza del Senato, della Camera dei Deputati, del Consiglio dei Ministri, al Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, al Ministero dello Sviluppo Economico, alla VI Commissione Finanze della Camera, all’Unione delle Province italiane, alle Associazioni del Consumatori, alle OO.SS., ha espresso la più viva preoccupazione e il proprio disappunto per il D. Lgs n. 68/2011 sul federalismo fiscale che all’art. 17 prevede la possibilità per le Province italiane di variare fino a 3,5 punti percentuali l’attuale aliquota dell’imposta sulla RcAuto (pari ora a 12,5%), attraverso delibera di giunta ed approvazione o variazione di bilancio.

Se è pur vero che il decreto in questione attribuisce alle Province la facoltà di una variazione, non solo in aumento ma anche in diminuzione, dell’aliquota d’imposta, nella realtà è del tutto inverosimile che tali riduzioni possano verificarsi, stante la scarsità di risorse finanziarie a cui accedono gli enti provinciali e le difficoltà di bilancio della maggior parte di essi. Ad oggi sono 31 le Province che hanno optato per l’aumento e nelle prossime ore c’è il rischio che se ne aggiungano molte altre.

La provincia di Milano ha già deliberato un aumento dell’aliquota dal 12,5% al 16%.

Ancora una volta siamo costretti a registrare il varo di provvedimenti normativi che vanno in senso opposto a quanto ufficialmente dichiarato dalle istituzioni politiche e che sicuramente non incontrano le esigenze degli automobilisti che si considerano letteralmente vessati nell’essere costretti a pagare premi assicurativi incomparabili con quelli degli altri paesi europei.

Per tali ragioni esposte, lo SNA è da tempo e in prima linea nell’affrontare i problemi che investono il settore della rcauto in Italia, sollecitando da un lato le istituzioni preposte e dall’altro gli enti provinciali ad astenersi dall’adottare le variazioni in aumento dell’aliquota d’imposta.

Siamo pronti e come sempre disponibili a dare il nostro contributo alla risoluzione dei problemi e all’avvio di una piena ed effettiva liberalizzazione del settore assicurativo, con una sana concorrenza a favore dei consumatori ed avendo un occhio di riguardo per il sud del paese dove la sproporzione nel pagamento dei premi assicurativi fino al 20% rispetto ad altre aree si accompagna all’abbandono del territorio da parte delle compagnie (sia in termini di punti vendita che di centri di liquidazione) e alla mancanza di un efficace sistema di contrasto alle frodi assicurative.

Dr. Massimo Cingolani - Presidente Provinciale del Sindacato Nazionale Agenti di Assicurazione

venerdì 24 giugno 2011

Polizze troppo care, sistema da rivedere

L’Antitrust torna sul caro Rc che colpisce il settore con aumenti del 15% per le auto e di oltre il 30% per le moto.
Le assicurazioni aumentano troppo, la riforma dell’indennizzo diretto non ha prodotto i benefici sperati. Sono le conclusioni a cui giunge l’Antitrust che ha evidenziato i rincari del comparto auto e moto nelle sue relazioni annuali. Duro il commento del presidente Catricalà: ''Le compagnie riversano sui consumatori le maggiori spese derivanti dall'inefficienza''. E inoltre: ''L'amara sintesi è che il meccanismo dell'indennizzo diretto non ha funzionato e che occorre intervenire con una riforma di sistema che rilanci la competizione tra le imprese''. 
Sistema da rivedere - Nel documento di sintesi l’Autorità garante del mercato sottolinea le dimensioni del problema: tra il 2009 e il 2010, stando alle denunce pervenute e ai dati statistici diffusi da enti pubblici e privati, la Rc è aumentata in media del 15% con punte del 22% per i motorini e di oltre il 30% per le motociclette. L’attuale ordinamento non funziona e la cause saranno oggetto di ulteriori analisi, conclude l’Antitrust. L’indennizzo diretto doveva snellire le procedure dei rimborsi diminuendo i contenziosi e in definitiva anche i costi. Ciò nonostante le polizze sono cresciute anno dopo anno tra le lamentele degli assicurati, sempre inascoltati dalle loro compagnie. Le quali, da parte loro, si difendono con l’argomento dei costi troppo alti degli indennizzi, soprattutto per quanto riguarda i danni fisici.
Concorrenza insufficiente - La situazione è però divenuta insopportabile e anche l’Antitrust non crede del tutto alle spiegazioni delle Assicurazioni. L’analisi dell’Agm è inequivocabile nelle sue conclusioni: “bisogna innescare una maggior spinta competitiva in un settore che mostra ancora rilevanti limiti allo sviluppo di una piena ed effettiva concorrenza”.
Paolo Lorenzi - Corriere della Sera

venerdì 27 maggio 2011

Nasce il Network degli Assicuratori Pd in Lombardia

Il 20 aprile a Milano, presso la Casa della Cultura – a sostegno di Giuliano Pisapia – si sono incontrati gli Assicuratori del Pd. Era presente una significativa rappresentanza lombarda.

Hanno deciso di:
  • verificare le disponibilità alla collaborazione tra operatori privati e Pubblica amministrazione in materia di sicurezza. L’assicuratore è un attore di mercato interessato alla Prevenzione;
  • rilanciare ed estendere alla Lombardia la presenza organizzata del Pd nelle Assicurazioni, e fare in modo che questa presenza “contribuisca ai progetti del Pd e alla utilità, alla concorrenza e allo sviluppo dei servizi” (così Stefano Boeri);
  • mirare a un Progetto lombardo “RCA” condiviso (un laboratorio per il Paese), che utilizzi le tecnologie della “città intelligente”, renda semplice e veloce il servizio, e riduca gli abusi nei sinistri e le tariffe di almeno il 20%;
  • estendere poi la riflessione ad altri ambiti di servizio di valore strategico, quali:
    1. il sostegno alle Professioni autonome e alle Imprese che esportano;
    2. la tutela del Reddito (anche nella Disoccupazione, in specie per i Giovani), delle Cure integrative della Salute e dell’Autosufficienza da anziani;
    3. la tutela a fronte di Fenomeni naturali catastrofali, per una efficiente rete pubblica e privata, che combini solidarietà e responsabilità, a garanzia dei Territori.
Vediamo bene che la scienza e la tecnica aprono all’uomo grandi possibilità. Egli deve meglio riflettere: trattenerle, farle maturare, valutarne benefici attesi, costi e danni probabili; farne dei rischi consapevoli, e imparare a gestirli al meglio. Il mondo invece sta rincorrendo azzardi (un fare smisurato, tracotante, senza freno) e pericoli (iniziative non ben valutate, decisioni non trasparenti, dice Luhmann).

RC Auto flash:
  • Le tariffe italiane sono le più alte d'Europa: 407 euro l'anno, contro i 222 della Germania, i 172 della Spagna e i 229 della Francia. D’altra parte la frequenza sinistri è dell’8,6%, contro il 4,4% della Francia (dati Isvap).
  • Estratto da «Contro le frodi serve l'agenzia» (Plus 24, 10.04.11). La frequenza dei sinistri in Italia è superiore del 32% rispetto a quanto rilevato in media nei principali paesi Ue. E il costo medio della liquidazione dei sinistri si aggira intorno ai 4mila euro, il 41% in più rispetto alla media europea. L'incidenza degli incidenti con danni alla persona è in assoluto la più elevata in Europa (21,9%), più del doppio rispetto alla media.
  • Estratto dalla lettera aperta dell’Unione Europea Assicuratori a Governo e Isvap del 20/01/2011. L’arretratezza del Sistema Italia emerge nel confronto con la Francia. Il territorio francese è percorso da una rete stradale di 1.005.943 km, contro i 175.430 km dell’Italia. Al tempo stesso nel nostro paese circolano 35.297.000 di automobili, contro i 31.002.000 della Francia, pari, rispettivamente, a 597 e 504 auto per ogni mille abitanti. In Italia ci sono 201 auto ogni km, rispetto alle 30 della Francia. Ci sono 43,5 milioni di veicoli assicurati e 3,7 milioni di sinistri, mentre in Francia essi si attestano a quota 39,4 milioni e i sinistri sono 1,7 milioni. D’altro canto i nostri vicini d’Oltralpe hanno una rete ferroviaria di 29.286 chilometri, pari a 47 km ogni 100.000 abitanti, mentre in Italia siamo fermi a 16.545 chilometri, ovvero 28 km ogni 100.000 abitanti. (Fonti: Eurostat, Panorama of Transport 2009; Ania dati 2008).
  • Milano ha una concentrazioni di automobili (60 ogni 100 abitanti) doppia rispetto a Parigi, e i cittadini di Milano e Provincia che vanno al lavoro a piedi, in bici e con i mezzi pubblici non arrivano al 30%; a Barcellona, Stoccolma, Praga, Madrid superano il 60%. Diminuiscono gli incidenti d’auto, ma i pedoni uccisi sulla strada in Italia (667 nel 2009) sono cresciuti del 3%. Rappresentano il 15,7% delle vittime. Le cause principali: velocità, alcol, distrazione. Le città più colpite sono Milano e Napoli (fonti Isvap e Inail).

giovedì 26 maggio 2011

Network Assicuratori Pd

Siamo Assicuratori, orgogliosi del nostro lavoro.
Lo pensiamo utile alle libere iniziative dei cittadini, come alla coesione e al governo del Paese.
Guardiamo all’Europa e ci impegniamo a valorizzare e innovare il nostro mestiere, con l’obiettivo di meglio comprendere e soddisfare l’utenza.
Riteniamo che il punto di forza del nostro sistema sia il capitale umano, le conoscenze e l’impegno delle persone, in tutti i ruoli, ad ogni livello.
Auspichiamo lo sviluppo del comparto e relazioni più intense e curate tra le sue componenti, con l’utenza e con le Pubbliche Istituzioni.
Info: network.assicuratori.pd@gmail.com