sabato 6 aprile 2024

PASSIONE, COMPETENZA, ORGANIZZAZIONE

LA POLITICA IMPARI DALL'IMPRESA

Fare Rete. Diffondere imprenditività e Rischio. Servono Partiti organizzati e partecipati per (Rosmini) la "carità intelligente"

Dice il Censis: il problema è l'indifferenza, la noncuranza, la trascuratezza, non solo nell'impegno collettivo (politico), anche in quello personale, "della propria promozione umana". Sì, è giusto affermarlo. Ma...

Come negare che ci sia soprattutto la dimensione collettiva, la Politica, che è in sfacelo (e da qui lo sfacelo personale)?

Perché la sua storica impostazione verticistica, leaderistica, piramidale (in alto il Comando, in basso l'esecuzione, e pedalare) non regge più. Benemeriti i leader, ma non funzionano più.

 La Politica (paradossale per Destra e Sinistra!) può riprendersi se guarda all'impresa, specie alla medio grande, specie a quella Usa. Questa impresa prova e invita a fare Rete tra umani (e contesto, e Ambiente): valorizzare le Competenze (e le Diversità che sollecitano a innovare), l'autonomia, la responsabilità, l'imprenditività relazionale diffusa. È cifra di civiltà: plurale, aperta, concorrenziale, solidale. Gli autoritarismi? Le arrivano alle ginocchia.

E chi può fare questa Politica? Partiti ri-nati dalle loro ceneri, organizzati nel territorio (come da tradizione) & per Competenze, passioni, contingenze. Ma, organizzati in modo continuativo, serio, scientifico, stringente, non in modo alterno, occasionale, strumentale, manipolatorio.

Ma, il Censis vi allude chiaramente, potentemente, citando il Rosmini della "carità intelligente" che vuole fare storia, non solo presente. "Avere ri-guardo per sé stessi e per gli altri", conclude il Censis, che invita a parlarne domani 5 aprile alle ore 11, nella Basilica di S. Carlo al Corso, a Roma.

Dico, allora, ai molti De Rita, Cassese e Galli della Loggia (che hanno storia e cultura politica da vendere): mettiamo al centro della riflessione (della Pubblica opinione) i Partiti, la loro vita. Senza di loro non rinasce la buona Politica e il Paese (l'Europa) si avviterà in spasmodici intimismi e ricerche di leader / soluzioni posticce, verticistiche, senza fondamenta. Soluzioni che hanno una probabilità (Rischio) altissima di fallire (0.9).

Francesco Bizzotto

venerdì 5 aprile 2024

EUROPA, POLITICA, PARTITI

L' IMPORTANZA DELLA CONCORRENZA DELLE IDEE 

FATTA DAI PARTITI

Perché non c'è l'Europa unita, forte sulla scena mondiale, attore di pace in grado di difendersi oltre ogni dubbio? Dirò: mancano Partiti.

Galli della Loggia, storico e giornalista (un piacere leggerlo), nell'Editoriale di oggi sul Corriere della sera dice invece che mancano i politici; siamo caduti "nelle mani delle burocrazie", invischiati "nella peste dei competenti" che sanno solo fare contabilità e "distribuire soldi".

Il compito primo? "Fare gli europei", dice. Oggi, nella Pubblica opinione passano idee di paura e chiusura nazionale. Non c'è "un progetto, un sogno" europei. "Sarebbe stata necessaria la politica", ribadisce Galli della Loggia.

Ma, la politica dei leader, dei personaggi dei secoli passati (gente illuminata, di vasta e alta cultura, passione, idealità) è storia di un tempo che insegna ma non torna. Serve altro.

Lavorare su Partiti a respiro europeo. Quelli disprezzati, demonizzati. Senza di loro non c'è politica né Europa. Quali Partiti? Qui il punto.

Partiti organizzati per agganciare la realtà qual è – nella ricchezza senza pari che qui in Europa si evidenzia – per potere, allora sì (agganciata la realtà da competenti, con un lavoro serio, scientifico), dire come cambiare, in quale direzione andare: perché orientare, indirizzare, motivare, è il compito primo della Politica. 

Dico a Galli della Loggia (e a Riccardo Nencini che oggi su Linkiesta si appella a un bel vademecum trecentesco del politico: parlare bene, niente offese e servire):

...il nodo sta nei Partiti, che organizzano la Politica per Parti diverse e concorrenti nell'attirare consensi. Parti da valorizzare, regolare, riformare, controllare (che rispettino la Costituzione: l'articolo 49 – agire con metodo democratico). Il nodo sta nella concorrenza di Partiti diversi che coltivano idee e fanno proposte. Chiedono il consenso.

Se aneliamo a grandi Politici e (solo) disprezziamo i Partiti, seghiamo il ramo su cui siamo seduti. E l'Europa non si fa. Vincono populismi e nazionalismi. E i prepotenti, e gli invasati.

Francesco Bizzotto

martedì 26 marzo 2024

COSI' POSSIAMO FARCELA

ANIA: PUBBLICO E PRIVATO INSIEME

     "Siamo nel mezzo di una transizione, un delicato punto di svolta", ha detto la presidente dell' Ania Bianca Maria Farina, prendendo la parola all'evento: "Le sfide dell'Ue alla vigilia delle elezioni: il ruolo delle assicurazioni". 

"Le assicurazioni – ha chiarito Farina – stanno investendo in innovazione e Intelligenza artificiale. Ma serve un nuovo approccio, una nuova cooperazione tra pubblico e privato a livello Ue che si affianchi alle iniziative nazionali per prepararci a gestire in modo equo le conseguenze dei cambiamenti e garantire a cittadini e imprese la possibilità di proteggersi". 

Bianca Maria Farina ha poi chiesto una semplificazione burocratica, a fronte di un "panorama normativo sempre più complesso, dettagliato e prescrittivo. Si è passati da 21 testi nel 2019 a 63 testi nel 2023". Dal Corriere della sera, 26 marzo 2024. 

      La presa di posizione dell' Ania è vicina a quella espressa da Mario Draghi che ha chiesto all'Europa di avviare una forte collaborazione tra pubblico e privato per affrontare in sicurezza le grandi sfide istituzionali, ambientali, infrastrutturali, economiche e sociali. 

Grandi Possibilità e grandi Rischi non separabili: dagli Stati Uniti d'Europa alla Difesa, dalle Infrastrutture di mobilità alla Intelligenza artificiale, dal Lavoro alla Innovazione economica. Se sapremo unire le forze e uscire dagli schemi del '900, ce la faremo e contribuiremo al dialogo e alla pace globali.

Francesco Bizzotto

domenica 25 febbraio 2024

OCCIDENTE DEL RISCHIO

VERSO DANNI SENZA RIMEDIO ?

"Siamo uomini del Possibile", dice Cacciari, che ricorda Musil: Siamo Possibilità. 

Ci pare non basti, perché la Possibilità (che è intesa sempre in positivo: Opportunità, vantaggio) non viaggia mai da sola. Ha sempre un'ombra. Comporta Pericoli o Rischi. È questione di consapevolezza, che può portare dal Pericolo (una vaga incertezza) alla valutazione, alla Probabilità, al Rischio. 

Perché "ciò che è in potenza è in potenza gli opposti" (Aristotele). E non solo. Oggi crolla la fiducia nel rimedio. La crescita con Possibilità di Pericoli smisurati – che faticano a farsi Rischi – avrà un salto di qualità: verso danni senza rimedio. 

Crolla cioè l'illusione che ci ha plasmato, quella di un grande come Yoseph Schumpeter. Pensava che per far fronte ai Rischi bastasse un accantonamento appropriato, finanziario. Non è più così. 

IL RISCHIO GEO-POLITICO 

2024. Anno di elezioni importanti:

- il presidente di Taiwan (chiamato a gestire l'ombra della Cina),

- il Parlamento di Strasburgo in Europa,

- il presidente dell'India (ci sarà il 3° mandato per Narendra Modi?),

- il presidente russo (la riconferma di Putin),

- il presidente degli Usa.

Cosa rischiamo? Impossibile dirlo: Pericoli. 

Ricordiamo il 2016. Sembravano impossibili la Brexit e Trump. Ora, aspettiamoci più che Pericoli, Cigni neri: eventi incredibili, impossibili, impensabili. Unica soluzione: anticiparli. E come? 

Lavorando, riflettendo e con-vivendo bene. A tutti i livelli: personale, locale e globale. Non c'è altro modo di prevedere il Futuro. 

Cacciari ritiene che "ricordiamo il futuro". Questo facciamo quando mixiamo la storia, il Passato, le Statistiche (i Big data), con il Presente. In realtà, siamo poco attenti al Presente (a Relazioni, Small data, Decisioni e Comportamenti), succubi di un Passato fermo, morto, e proiettati a un Futuro che si fa ansiogeno, predestinato (statistico). 

Dobbiamo "ricordare il Futuro" stando saldamente al Presente. Per sentire, volere, preparare il Futuro. Per crearlo. 

Creare il futuro? Sì, soppesando Possibilità e Rischi fin dalla definizione strategica, aggiunge l'ERM - Enterprise Risk Management della North Caroline University (direttore Mark Beasley). E qui l'Europa balbetta. 

Creare il Futuro con un certo atteggiamento: Contemplativo attivo. E quando c'è Contemplazione attiva? Quando c'è Relazione e Azione consapevoli: Concentrazione, Misura, Rispetto, Gentilezza. Come Antony Blinken in questi giorni in Medio Oriente.

In realtà il modo, l'atteggiamento Contemplativo che serve (per creare il Futuro) è da inventare ogni giorno, direbbe il matematico applicato Bruno de Finetti: è una Possibilità & Rischio (una Probabilità) soggettiva, relazionale, processuale. 

MARIO DRAGHI E L'EUROPA 

Lo specifico (decisivo) che interessa, ora, qui in Occidente ed Europa, lo ha detto con chiarezza Mario Draghi, premiato il 15 febbraio negli Usa. Ci pare un bell'esempio: serve "un cambiamento della strategia complessiva" d'approccio alla globalizzazione – ha detto –, che allinei i fattori e preservi i nostri valori. 

L'Europa faccia Politiche di bilancio, fiscali, di debito e difesa comuni o coordinate, ha detto Draghi. Se no, vincono i nazionalismi e – uno alla volta – perdiamo tutti. E il mondo del Credito? Si concentri sulla Prevenzione dei danni. Vale anche per le Assicurazioni, ci pare. 

Blinken e Draghi gestiscono Possibilità / Rischi, stanno sul Presente, padroneggiano il Passato, anticipano (inventano) il Futuro.

Francesco Bizzotto 

martedì 13 febbraio 2024

ASCOLTO E PROPOSTA

ELLY SCHLEIN E IL PARTITO DI PROPOSTA 

Elly Schlein ha detto (stando ai media): "Incontreremo rappresentanze degli Agricoltori e li ascolteremo". Questa apertura è un bel tratto del Pd e della sua leader. 

Ma, cara Schlein, il Pd non dovrebbe avere Gruppi di ricerca specialistica che, con un lavoro continuativo, mettano in condizione questa parte politica – presente nella realtà qual è – di definirne un indirizzo di Governo? 

Il Pd, questo voleva e doveva essere: Partito di proposta necessariamente radicato e quindi partecipato (democratico). Altrimenti, il fare Politica si riduce a tattiche di leader, alleanze e furbizie. Ciò che il Paese rifiuta. 

Ad esempio noi Assicuratori del Pd di Milano (network.assicuratori.pd@blogspot.com) da molti anni osserviamo questo importante settore – da un punto di vista industriale e finanziario – e proponiamo il suo sviluppo e cambiamento. In due direzioni: 

1° una più ampia Gestione dei Rischi, indispensabile sia alle compagnie per render misurati i Rischi, sia agli assicurati per ridurli, come vuole il buon senso e la legge (231/01); 

2° la piena applicazione dell'indirizzo europeo che impegna le compagnie (investitori istituzionali da 12mila miliardi) a fare gli "investimenti infrastrutturali prospettici" previsti da Solvency II, per mettere in sicurezza i bilanci e anticipare i trend. 

Peraltro, pare chiaro che solo 1° la Prevenzione dei danni su larga scala (una cultura) e 2° le infrastrutture materiali e sociali (il loro finanziamento) renderanno sostenibili le attività dell'uomo sul pianeta. 

Di ciò c'è sia grande esigenza sia scarsa consapevolezza. Molti auguri a Schlein! 

Francesco BIzzotto

martedì 6 febbraio 2024

CONFINDUSTRIA, IMPRESA, LAVORO

BELLA LA CONFINDUSTRIA TRACCIATA DA CIPOLLETTA

Come l'impresa ideale! Gli Usa ci stanno lavorando 

Innocenzo Cipolletta – direttore generale di Confindustria dal 1990 al 2000 –, sollecitato dalle domande di Dario Di Vico, traccia su L'Economia del Corriere (5 cm) una bella immagine della Associazione delle imprese che auspica: capace di riflettere e lavorare sulle idee, sulle soluzioni dei problemi. 

"Una struttura pensante e forte – dice –. Si tratta di investire in risorse umane e finanziarie, invertire la rotta dopo anni in cui si è privilegiato il taglio dei costi". 

Dev'essere "fucina di idee" e "attrarre professionalità moderne"; "svolgere un ruolo pro-attivo". Lo chiedono anche "i direttori delle territoriali della Lombardia". È un sentire diffuso. 

E il presidente? Sia "autorevole", con un forte "contatto con i mercati", "non una persona sola al comando". 

Che bello se si stesse parlando, oltre che di Confindustria, anche dell'impresa. 

Che bella un'impresa così! Piccola o grande, ci pare sia nelle nostre corde; che si tratti di mostrarla, liberarla, scatenarla. Rispettarla!

Assomiglia all'impresa aperta alla partecipazione responsabile dei collaboratori proposta dalla Cisl. Pronta a "osare più Democrazia" (diceva Pierre Carniti, 1976), e consapevole di dover fare liberi accordi, perché "la libertà viene prima" (era il chiodo di Bruno Trentin), sia per l'imprenditore sia per il collaboratore dipendente e autonomo. 

Parliamo di libertà, decisioni e responsabilità, ovvero di Rischi: tutti più liberi e responsabili. È il "bel Rischio" di Deborah Lupton, che insegna cultura del Rischio a Sidney. 

Con l'Intelligenza artificiale (AI) ormai in casa, questa impresa è necessaria. Diversamente, c'è il Pericolo (incerto, non valutabile e preoccupante; legato a decisioni non trasparenti - Niklas Luhmann) di danni e derive senza rimedio. 

Quali danni? quali derive? Quelli che verranno dal togliere di mezzo la coscienza e l'intrapresa; rendere l'uomo macchina riproducibile e controllabile, senza incertezze e senza libertà; senza Rischio! 

Sì. Impresa e lavoro devono riflettere bene insieme (come si inizia a fare a Milano): che l'AI non sia una deriva di annichilimento dei rischi, delle libertà. E rilanciare: aiutare l'Ue a regolare la materia con intenzione. Per il rispetto dell'uomo, dell'impresa e del lavoro. 

L'IMPRESA USA IN RICERCA

Così ci piace leggere le idee di Innocenzo Cipolletta, che condividiamo. Vi sentiamo riflessi il dibattito e le preoccupazioni della media e grande impresa Usa, che da qualche anno discute in questi termini, in particolare mettendo a fuoco gli ESG dell'Onu: Environmental, Society e Governance (Ambiente, Inclusione sociale, Decisioni condivise). Cosa dice l'impresa Usa? 

Sente due Rischi chiave: 1° le competenze (i collaboratori) da attrarre e soddisfare, trattenere, per innovare, e 2° l'AI (il digitale) da capire, favorire e regolare. 

Quest'ultimo Rischio (insieme a quello di attacchi informatici) ormai preoccupa più del primo. L'intero Paese è concentrato sulla AI (e sul Cyber risk) al pari della UE. 

È poi interessante l'orientamento che pare prevalere rispetto al rapporto tra talenti da attrarre e impresa: vince l'idea della Diversità come valore chiave. Qualunque sia, la Diversità favorisce la rottura degli schemi consolidati, nei Cda come nei reparti operativi, e dunque favorisce la capacità di innovare e concorrere. 

La forza economica degli Usa si basa sull'innovazione, sulla creatività e sulla concorrenza, impensabili senza partecipazione libera, attiva e responsabile. Senza Rischio. Dirlo alla Sinistra europea! 

MILANO MIRA AL CONTEMPLARE SPIRITUALE

Basterà creare, innovare e concorrere? No, abbiamo detto. Serve un salto di qualità nel trattare – gestire i Rischi – per reggerli: un approccio qualitativo, un atteggiamento Contemplativo laico (concentrato, consapevole, rispettoso). Serve una crescita "spirituale". L'impresa nuova (che chiamerei l'impresa di Cipolletta) li può ben favorire. Bene e a lungo.

Questa meravigliosa libera Impresa delineata merita la grande Agenzia Metropolitana di promozione (del Lavoro e del fare Impresa), pubblica e ampiamente partecipata, di cui a Milano c'è storia, traccia, tentativo. 

(NB. Dice Alessandro Spada, presidente di Assolombarda: «Per svolgere appieno il suo ruolo di traino dell’economia e di centro di propulsione e crescita, non solo lombarda ma anche europea, la Città metropolitana di Milano ha bisogno di una profonda riorganizzazione amministrativa e funzionale: l’obiettivo deve essere quello di fare al più presto una riforma che renda finalmente l’ente reale driver di sviluppo economico all’insegna di innovazione, sostenibilità e coesione sociale». Sono gli ESG dell'Onu, mi permetto di dire. Grande Milano!)

Non siamo qui al della Democrazia e dell'Occidente?

Francesco Bizzotto

martedì 9 gennaio 2024

ANCORA SULLA RISK GOVERNANCE

LA GENETICA COME ESEMPIO 

Si alzano i Rischi? Di più: Pericoli, smisurati! Andrà peggio, se Politica, Economia e Scienza non si parlano, non si alleano. La Cartina di tornasole dei Rischi? L'Assicurazione, che è donna. Andiamo per esempi. L'esempio più bello: le donne, in Iran; Roya Heshmati! 

In attesa che le parti politiche – i Partiti – si organizzino per discutere a fondo le questioni (ad esempio, l'emergere di Possibilità & ombre / Rischi smisurati), meno male che ci sono giornali e giornalisti ad accendere la luce, fare Opinione pubblica, mettere nell'angolo le false notizie. 

Un esempio è Massimo Sideri che sul Corriere del 6 cm esplora la frontiera della Genetica: siamo al taglia e incolla a piacere del Dna, per curare un gene malato e ormai anche per "cambiare a priori il Dna dei propri figli". In Cina pare sia già stato fatto (due o tre bambini, nel 2018). 

"Potremmo ritrovarci a fare del male pensando di fare del bene", dice Sideri, che aggiunge: la medicina ha fatto cose grandi; l'igiene, l'anestesia, gli antibiotici. Ora siamo sull'orlo di un baratro. Genetica e Intelligenza artificiale ci "pongono di fronte al rischio di sentirci <dei>. Un (vecchio) pericolo su cui iniziare a riflettere", conclude. 

Perché Sideri afferma che forse siamo già su una "sottile lama di rasoio con i piedi scalzi"? "Perché il solo fatto che la tecnologia lo permetta (...) è di per sé un rischio enorme". 

Sideri dice: la Possibilità non è per beoti; di per sé contiene il Rischio, che va valutato. Lo suggerisce anche il Risk management più avanzato (Risk Governance): non possiamo separare la Possibilità dal Rischio. A partire da zero: dalla prima idea 💡 o ricerca; dai Consigli di amministrazione. Chi presenta Possibilità presenta anche Rischi. O no? 

Separare (l'errore di separare – Georg Simmel) è stato lo sport praticato negli ultimi duemila anni. Ha funzionato sul piano materiale, quantitativo, logico razionale (abbiamo fatto Città, benessere), ma con costi crescenti su cui abbiamo troppo a lungo chiuso gli occhi, presi da ingordigia, superbia, arroganza – i nostri vizi, secondo Dante. 

Ora, la crescita quantitativa sta producendo il ribaltamento previsto dai filosofi. Perché i Rischi (che sono probabilità, implicano una misura) crescono con le Possibilità e, a un certo punto, mutano, diciamo noi: diventano Pericoli (non decisioni – Niklas Luhmann) smisurati, non valutabili, pura tracotanza, e poi Cigni neri (Nassim Nicholas Taleb), eventi incredibili, impossibili, impensabili. Sparisce l'idea di limite, avanza l'onnipotenza, ci crediamo <dio>. Dobbiamo fare esempi? Ci siamo capiti. Sideri lo dimostra. 

Cosa si tratta di fare? Ricomporre l'unità di Possibilità & Rischi (la nostra Potenza); non separare. Pensarci bene e trovare regole, soluzioni che pongano limiti e rimedi nelle situazioni (in corsa). Per l'Intelligenza artificiale lo stiamo facendo in Europa e Usa. Con l'obiettivo di Prevenire, Anticipare i Danni. 

Anticipare è la cosa da fare, perché aspettare e rimediare (dopo, come allegramente facciamo almeno da Schumpeter in qua) apre a disastri tendenzialmente senza ritorno. Possiamo farcela ad anticipare, dice la Risk Governance, erede del Risk management. 

Facciamo un inciso. Perché la Risk Governance (che è donna!) può essere decisiva? Perché porta Consapevolezza e Responsabilità. Se tu fai una trasparente gestione delle tue Possibilità / Rischi, compi un percorso (lo comunichi al Mercato) che implica molte valutazioni e azioni. Tra queste, la Cartina di tornasole del sistema: l'Assicurazione, che si impegna a rispondere in caso di danni. Il Mercato esprime così un apprezzamento delle tue Possibilità / Rischi. Del tuo Rischio! Niente di più chiaro. 

Per esempio: una ventina di anni fa una compagnia petrolifera voleva perforare il Polo Nord. Non se ne fece nulla. Perché? Non trovò nel Mercato una copertura assicurativa. Il Mercato ha detto: non è un Rischio; è un Pericolo (smisurato, hybris); lasciate perdere! 

E cosa c'entra la Politica, i Partiti? C'entra, perché c'è un'altra separazione che avanza: tra chi alimenta Possibilità (con scarsa cura dei Rischi) e il Governo politico (regolazione e indirizzo). Gli affari, l'Economia, stanno soli, separati dai Governi, dalla Politica, e uno scienziato cretino si trova facilmente. 

Sia chiaro: il limite, la responsabilità prima è della Politica. Quanto sia debole è evidente. Meno che lo è perché non fa un lavoro sistematico, scientifico, serio. È debole perché celebra riti non credibili. Fa tattica e chiacchiera. Non ha dalla sua (perché non li chiama, non li organizza) i competenti. Non fa lobby positiva, con l'Economia (il Mercato) e la Scienza (come stanno le cose). 

Vediamo. Guardiamo agli Usa. Biden, che presenta risultati ottimi (crescita economica; disoccupazione al 3,7%, fisiologica), crolla nel gradimento. E Trump che fa affermazioni paradossali, sfugge al merito delle cose e "parla come un nazista" (Biden) vola nei sondaggi. Ma, gli Usa non sono impazziti. 

Perché mai? Perché non basta riempire la pancia e garantire il reddito; e nemmeno alzare la bandiera della Democrazia (Stato di Diritto, libero voto ed equilibrio fra i poteri). Il consenso (l'Opinione pubblica) vuole ben altro! Vuole cose (programmi e iniziative politiche) serie – non debiti – che possono uscire solo dal conoscere la realtà e dal dialogo organizzato e trasparente della Politica con le competenze (e anche con gli interessi, ovvio). Ma, la Politica vola nei cieli del nulla, di separatezza e incompetenza. 

La Politica e l'Economia devono fermarsi a riflettere: agganciare la Scienza e riformare il mondo. Sotto sotto, l'uomo nuovo (una Opinione pubblica e un Mercato di buon senso, equilibrati, maturi) c'è già. Anche in Politica. 

Il segretario di Stato Usa Antony Blinken, che corre in questi giorni per evitare che esploda un conflitto allargato o si creino metastasi in Medio Oriente, cos'altro è se non Buon senso, Misura, Equilibrio? È il bel Rischio (Deborah Lupton) di chi pratica la Risk Governance. 

Un ultimo esempio. Guardiamo alle donne iraniane, come la coraggiosa Roya Heshmati che racconta in diretta la sua resistenza non violenta alle 74 frustate del potere! Altro che Hamas! 

Guardiamo alle donne arabe, quando parlano e quando stanno in silenzio! Non forzano i sistemi, non fanno separazioni; chiedono unità e rispetto, apertura e cambiamento.

Sono acqua, non si fermano. Il futuro è la non violenza e la chiarezza delle idee, la resistenza equilibrata e in ricerca. Mai violenta.

Francesco Bizzotto

giovedì 4 gennaio 2024

RISK GOVERNANCE

Oltre la giungla e il freno (il Socialismo)

Domanda: come invertire l'arretramento 2023 dell'Italia rispetto all'invito dell'Onu ad avere cura degli ESG - fattori ambientali, sociali e di governance (decisioni condivise)?

Ovvero: come passare dalla vecchia Gestione dei Rischi (che separa Possibilità e Rischi) alla Risk Governance (rendere le attività dell'uomo misurate e sostenibili da madre Terra, a partire dai Cda)?

Significa accogliere l'invito di Georg Simmel (in La metropoli e la vita dello spirito - Armando Editore, Roma 2012, p. 35): creare "le condizioni per il pieno sviluppo degli individui", andando oltre le risposte sia di Nietzsche ("lotta senza quartiere degli uni contro gli altri") sia del socialismo ("tenere a freno questa lotta"). Ricerca che merita.

Francesco Bizzotto

martedì 19 dicembre 2023

DEMOCRAZIA DA SALVARE

RUOLO DECISIVO DEI PARTITI, PARLARNE

Della Democrazia è soddisfatto il 24% degli italiani. Per il 51% non funziona proprio.

Lo dice un sondaggio Ipsos, che conclude: "i grandi assenti nel gioco democratico odierno secondo i cittadini" sono: "partecipazione, ascolto, coinvolgimento e rappresentanza". 

Intanto, Piero Bassetti, 95 anni, primo presidente lombardo, dice a Gianni Santucci (Corriere della sera del 17 cm): "Nei partiti, in tutti i partiti, manca il pensiero e si vede". È evidente un "invecchiamento degli schemi organizzativi della politica". Milano, per esempio, ha una "grande vitalità, una eccezionale forza di trasformazione. Ma ha una gravissima carenza di attenzione su ciò che questa vitalità sta creando, su cosa accade dentro a un futuro che è già cominciato, in cui l'unico potere reale lo esercitano le multinazionali". 

"Il concetto chiave – dice Bassetti – è l'innovazione responsabile", ovvero "la realizzazione dell'improbabile" (statistico, basato sui dati del passato, aggiungiamo noi. Significa: il probabile da cercare è soggettivo - relazionale - processuale; alla Bruno de Finetti, matematico applicato e Assicuratore). 

È il valore primo (innovare, creare un futuro consapevole, condiviso) per la Politica, anche a Milano. Se no, "si troverà a gestire solo la coda della trasformazione", i suoi problemi. La Politica croce rossa. "Il punto chiave: sulle disuguaglianze sociali le risposte vanno trovate nel futuro, nel divenire". 

Per esempio, ancora, Milano e la Lombardia: il tema mobilità (il movimento: "come ti muovi") ha superato il tema spaziale ("dove stai"). "Ogni luogo è definito dai suoi rapporti con il territorio circostante e con il mondo". Milano? "Diventa sempre più il centro dell'intera urbanistica della valle padana". Qualcosa non va. 

E Massimo Cacciari: in politica siamo sudditi; tendiamo a vedere o il capo (a cui delegare) o il colpevole da accusare. Ma, "la delega è la forma mentis che distrugge la democrazia". 

Ora, la nostra vecchia idea: i Partiti sono a fondamento della Democrazia. Devono servire per produrre idee e prospettive diverse su cui i cittadini possano votare. Idee ben fondate, frutto di ricerca, radicamento e confronti; un lavoro di parte (di partito) serio, scientifico. Usciamo dal silenzio. Parliamone. 

Seguiamo l'indicazione di Bassetti: i partiti innovino gli "schemi organizzativi"; coinvolgano i competenti e gli appassionati dei diversi temi e ambiti. Per un trasparente confronto di idee, progetti, prospettive. "Bisognerebbe ribaltare la prospettiva", conclude il saggio 95enne Bassetti. 

Accorciamo la delega elettorale con il "coinvolgimento e l'ascolto" di chi ha cose da dire, con la "partecipazione" diffusa, ripensando le forme della "rappresentanza" politica. 

Perché la Democrazia è articolazione e autonomia di diversi poteri in campo: un dispiegarsi di ricchezza e potenza sociale. Questa potenza può dare esiti opposti, diceva l'Aristotele caro a Emanuele Severino. Non si scherza con la potenza: va tenuta a freno, a briglia, non sfrenata. 

La Politica è la mediatrice necessaria alla vita di tutti. Tutti hanno interesse a che sia forte e avanzata, e giusta. Dal livello globale (fare gli Stati Uniti d'Europa, riformare e potenziare l'Onu) a quello nazionale e locale (ripensare gli schemi organizzativi dei Partiti e le deleghe; siano responsabili, misurati, coinvolgenti; capaci di attirare e formare consenso, opinione pubblica).
Francesco Bizzotto

martedì 12 dicembre 2023

A.I. ACT

UNIONE EUROPEA 

SI PROSPETTA UN BEL LAVORO

“La figura viva ha bisogno di profonde ombre per apparire plastica. Senza le ombre rimane
un’immagine fallace e piatta.” C. G. JUNG, L’io e l’inconscio. Ed. Boringhieri, p. 161

Le ombre sono i Rischi. Sono probabilità. Fanno parte delle Possibilità pensate, vive, misurate. Non sono separabili. Non si possono gestire separatamente, come facciamo. Più grandi le Possibilità, più grandi i Rischi.

Sulla Intelligenza artificiale (AI) l'Europa muove bene: limiti, trasparenza, responsabilità. Inclina alla Gestione della AI come "Possibilità / Rischio" (Vantaggi attesi & Danni Temuti).
Francesco Bizzotto